Insegnante, “gonfia” i tuoi voti: guadagnerai stima, onore… e merito. Lettera
Gentile redazione di "Orizzonte scuola", in un Vostro recente articolo, intitolato " Merito docenti: i criteri non stanno tenendo conto dei progressi documentati rispetto alla situazione di partenza degli alunni", si lamenta la mancanza, all'interno dei comitati di valutazione, di un criterio volto a considerare il miglioramento ( e quindi il profitto) degli studenti… E menomale!
Gentile redazione di "Orizzonte scuola", in un Vostro recente articolo, intitolato " Merito docenti: i criteri non stanno tenendo conto dei progressi documentati rispetto alla situazione di partenza degli alunni", si lamenta la mancanza, all'interno dei comitati di valutazione, di un criterio volto a considerare il miglioramento ( e quindi il profitto) degli studenti… E menomale!
Quale dovrebbe essere il criterio in questione? Come dovrebbe essere valutato il progresso degli studenti? Sulla base del numero di sufficienze presenti in una classe? Chi lavora nella scuola sa perfettamente che ci sono colleghi i cui voti non scendono mai sotto il 6 o il 7.
Se, da un lato, ciò non sempre (anzi, direi quasi mai) corrisponde ad una effettiva preparazione da parte degli alunni, dall'altro, il prof. in questione sarà senza dubbio apprezzato e osannato da studenti, genitori e dirigenti per l'ottimo lavoro svolto, per i brillanti risultati conseguiti e per la sua spiccata capacità di portare gli studenti all'eccellenza o quasi.
Non merita soffermarsi sulle innumerevoli motivazioni che inducono alcuni colleghi a tenere questa linea di condotta che non esiterei a definire "criminale" (pietismo, lassismo, garantismo, superficialità, frustrazione, disinteresse, ignoranza, incompetenza, "quieto vivere", irresponsabilità): l'importante è "tirare a campare".
Un sistema che premia queste persone (e che magari colpisce chi, invece, svolge il proprio lavoro in modo onesto e responsabile anche a costo di divenire "impopolare") è un sistema destinato a fallire e a ignorantire le nuove generazioni.
Quindi ben venga l'assenza di un criterio tanto assurdo e fallace volto all'attribuzione di un merito che, in realtà, si configurerebbe a tutti gli effetti come un DEmerito.
Silvia Mariani