INPS, certificati di malattia telematici, disabili e informatica

Di Lalla
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di A. Lalomia – Il 14-02-11, il Presidente dell’INPS, commentando il nuovo (ma piuttosto discusso dagli addetti ai lavori, cioè i medici di famiglia) sistema di certificazione telematico della malattia, ha fatto delle dichiarazioni che lasciano perplessi (1) .

di A. Lalomia – Il 14-02-11, il Presidente dell’INPS, commentando il nuovo (ma piuttosto discusso dagli addetti ai lavori, cioè i medici di famiglia) sistema di certificazione telematico della malattia, ha fatto delle dichiarazioni che lasciano perplessi (1) .

Egli, infatti:

1. ha equiparato i medici ai conducenti di taxi, una scelta che dubito sia stata apprezzata da professionisti i quali hanno dedicato allo studio, alla formazione, alla pratica clinica, decenni della loro vita (per non parlare dell’obbligo del continuo aggiornamento) e che possono vantare competenze ben superiori a quelle dei tassisti;

2. ha sostenuto che con le nuove procedure i tempi di comunicazione dell’assenza per malattia al datore di lavoro saranno molto più brevi rispetto a quelli attuali.

Fatta salva la buonafede del Presidente, si può comunque parlare di una spiacevole gaffe, unita forse ad una conoscenza poco approfondita di quali siano, da tempo immemorabile, le norme da rispettare, per esempio nella scuola, in caso di assenza per malattia.

Se un docente lavora al diurno, deve informare l’istituto dell’assenza entro le otto del mattino dello stesso giorno in cui non è in grado di assicurare la sua presenza in servizio e da quel momento può scattare la richiesta della visita fiscale, anche per un solo giorno di malattia.

Per il serale, in genere si può comunicare fino alle dieci del mattino, ma in alcune scuole non si va oltre le nove.

Questo, ripeto, accade ormai da decenni e gli inadempienti si espongono quantomeno ad un richiamo verbale da parte del D.S. . Dov’è, dunque, la svolta epocale?

In realtà, se non esistesse l’obbligo appena ricordato, con il nuovo sistema di certificazione i controlli risulterebbero forse più tardivi e quindi meno efficaci rispetto al passato. Infatti, considerato che il dipendente adesso ha almeno due giorni a disposizione per certificare la malattia, è evidente che al datore di lavoro non resterebbe molto tempo per ordinare la suddetta visita. Anzi, potrebbe non rimanergliene per niente, in caso di un’assenza di due giorni.

Sotto questo aspetto, quindi, mi sembra improponibile parlare di rivoluzione.

Semmai, si ha la sensazione che l’estrema complessità della macchina che dovrebbe gestire la procedura delle certificazioni per via telematica impedisca ancora di conseguire risultati di sicura eccellenza. E questo malgrado i costi notevoli dell’apparato.

Il progetto grandioso che il ministro della F.P. sta cercando di portare avanti per cercare di informatizzare la P.A. non è da respingere; anzi, va accolto con favore. Inoltre, va dato atto al ministro di procedere con energia ed impegno, riservando a questo piano buona parte della sua azione di governo.

Le intenzioni sono senz’altro lodevoli, se si pensa alla pervasività della burocrazia in ogni aspetto della vita quotidiana, una pervasività che rende talvolta traumatica l’acquisizione di semplici documenti (come quelli anagrafici).

Forse però sarebbe bene che i risultati effettivi non fossero resi pubblici prima di averli verificati in modo dettagliato e con la collaborazione delle parti coinvolte (2) . E soprattutto sarebbe bene che questo progetto venisse sostenuto da personale numericamente adeguato, nonché dalla conoscenza reale di quali siano le competenze informatiche degli Italiani.

Inoltre, sarebbe auspicabile che si smorzassero certi toni polemici, che si fosse più cauti nell’esprimere commenti ingenerosi su intere categorie e ci si sforzasse di avviare le necessarie consultazioni con quei comparti che si vogliono riformare, prima di procedere con piani di questa portata.

Un buona dose di concertazione è assolutamente necessaria quando si devono affrontare problemi particolarmente complessi.

Note

(1)Certificati on line: Mastrapasqua, ora subito visita fiscale INPS gira richiesta datore lavoro a medico che verifica subito”.

Sui nuovi certificati di malattia, v. il prezioso saggio di Francesca Giannuzzi, “Certificato di malattia telematico: il confine sottile tra la semplificazione e la trascuratezza”.

Cfr. anche i numerosi testi che si trovano sul portale della FIMMG di Roma, a partire da “Aggiornamento certificati di malattia on line”, che contiene tra l’altro la normativa del settore, compresa la circolare n. 1 del 23-02-11, particolarmente importante perché chiarisce il punto più controverso, cioè quello delle sanzioni nei confronti dei medici inadempienti.
V. anche “Certificati di malattia, informatica e lotta agli assenteisti”.

Le affermazioni del Presidente dell’INPS riportate in questa sede non sono le uniche, per la verità, che negli ultimi giorni hanno innescato polemiche piuttosto vivaci. Si veda ad esempio quanto lo stesso ha dichiarato circa i successi conseguiti nello smascheramento dei falsi invalidi: “La FISH smentisce l’INPS sui falsi invalidi”; “Smentiti i dati INPS sui ‘falsi invalidi’ .

Suscita peraltro grande tristezza la frase, espressa dal Presidente con compiacimento, secondo cui in Italia, grazie ai maggiori controlli, un disabile si vergogna di rivelare pubblicamente la sua condizione. Oltretutto, queste parole stonano con la carica di Vice Presidente Vicario e membro della Giunta Esecutiva dell’ENPSDI (Ente Nazionale Promozione Sportiva Disabili) ricoperta dal luglio 1992 dallo stesso Presidente dell’INPS.

Comunque è vero quanto egli dichiara; ma è vero perché, appunto, nel Paese si è creato da anni un clima di diffidenza e di ostilità nei confronti dei disabili, una vera e propria caccia alle streghe che mortifica e avvilisce persone già colpite da infermità spesso terribili. Al riguardo, cfr. ad esempio “Legge 104-92. La realtà dietro le mistificazioni”, pubblicato il 19-12-09, e “Invalidi, inabili e portatori di handicap. Un importante documento della FISH.”, apparso il 26-08-10.
Si veda anche la lettera aperta dei medici dell’INPS sulle difficoltà (a partire da quelle di tipo tecnico-informatico) che gli stessi incontrano nel procedere serenamente nel loro lavoro: “Invalidità: medici INPS in rivolta”.

(2) Sarebbe interessante, ad esempio, sapere come mai una Raccomandata A.R. inviata telematicamente da un PC di Roma tramite il portale di Poste Italiane è stata recapitata al destinatario, che si trova a Torino, dopo un mese esatto dalla data di spedizione.
Altrettanto interessante sarebbe apprendere per quale motivo la stessa visualizzazione del cedolino elettronico presenta talvolta difficoltà di non lieve conto, che costringono il dipendente a contattare il Call-Center o a spedire un’e-mail con richiesta di assistenza.

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