Inizio scuola 2024, il CNDDU denuncia: “Circa 15mila condizionatori sono presenti solo in segreteria e in presidenza, aule esposte al sole cocente. Iniziamo le lezioni il 26 settembre”
Mentre il caldo torrido continua a imperversare sull’Italia, il Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani (CNDDU) torna a puntare i riflettori sulla questione delle temperature elevate nelle scuole.
In una nota, il CNDDU segnala di aver ricevuto numerose segnalazioni da parte di docenti e studenti che lamentano disagi a causa del caldo estremo nelle aule, soprattutto nelle regioni del Sud Italia.
Condizionatori? Solo negli uffici
Il Coordinamento denuncia una situazione paradossale: sebbene siano presenti circa 16.000 sistemi di climatizzazione negli istituti scolastici italiani, questi sarebbero concentrati principalmente negli uffici amministrativi e dirigenziali, lasciando le aule esposte alle temperature roventi.
Una situazione insostenibile, soprattutto alla luce dei regolamenti scolastici che impongono agli studenti un abbigliamento consono, spesso incompatibile con il caldo torrido.
Disagi durante gli Esami di Stato
Il problema si è acuito durante lo svolgimento degli Esami di Stato, con studenti e docenti costretti a sopportare temperature elevate all’interno delle aule. Spesso, si è ricorsi a soluzioni di fortuna, come l’utilizzo di ventilatori presi in prestito da altri locali.
La proposta: inizio lezioni il 26 settembre
Per il CNDDU è necessario intervenire con urgenza per garantire un ambiente di apprendimento sicuro e confortevole. La proposta è quella di posticipare l’inizio dell’anno scolastico al 26 settembre, concludendo le attività didattiche entro il 18 giugno. Una misura che permetterebbe di evitare i mesi più caldi e di garantire un avvio sereno dell’anno scolastico.
Tutelare la salute di studenti e docenti
Il Coordinamento sottolinea inoltre l’importanza di dotare le aule di sistemi di climatizzazione adeguati o, in alternativa, di schermare le finestre con materiale isolante per ridurre l’impatto dei raggi solari.
“Riteniamo che la tutela della salute pubblica dei lavoratori e non sia un diritto inalienabile su cui tutti dovremmo riflettere”, conclude il CNDDU, invitando a un intervento immediato per evitare ulteriori disagi.