Inizio anno scolastico, Manzi (PD): “In molte province la presa di servizio dei docenti non è ancora avvenuta. Da Valditara solo parole”
“In molte province la presa di servizio dei docenti non è ancora avvenuta con disagi sia per le scuole che per gli insegnanti. Pochi giorni fa i quotidiani nazionali riportavano l’emergenza relativa alle cattedre sul sostegno. Un inizio d’anno all’insegna dell’incertezza e della frustrazione, che rischia di ripercuotersi negativamente sulla qualità dell’insegnamento, sulla continuità didattica e sul diritto allo studio degli studenti”.
Lo scrive in una nota Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd
“A ciò si aggiungeranno gli effetti della misura prevista dal DL 71 che estende il termine per le immissioni in ruolo derivante dalle graduatorie concorsuali fino al 31 dicembre 2024 e che ha generato grande incertezza. Questo significa che attualmente questi posti sono occupati da supplenti con incarichi brevi che, se in base all’’algoritmo troveranno un incarico più lungo altrove, potrebbero decidere di lasciare, incidendo direttamente sulla continuità didattica” evidenzia.
“Il Ministro Valditara che fa? Nega l’evidenza, si inventa un libro dei sogni sulla risoluzione del precariato, mai affrontato, a suo dire, da nessun altro governo su cui basterebbe, solo per citare un esempio, andare a riguardare le soluzioni proposte nel 2017 con la legge delega relativa alla formazione insegnanti e alla fase transitoria in essa prevista. Nel frattempo procede senza esitazioni nell’adozione delle linee guida sull’educazione civica ignorando le puntuali osservazioni del Cspi, bollandole come ideologiche. Infine attacca la sinistra ed il sindacato e propone il solito copione su Gramsci e Gentile”.
“Dove sono le risorse? Se si volesse portare il livello di precariato a livello fisiologico, si stima che occorrerebbe stabilizzare più di 100 mila supplenti precari per una spesa complessiva di circa 600 milioni di euro. Peraltro, aggiunge Manzi, nonostante gli idonei delle procedure concorsuali già svolte, molti posti sono rimasti vacanti e saranno assegnati a supplenti, in barba alla tanto decantata continuità. Questo anche perché una parte significativa dei posti disponibili sono stati accantonati per il concorso PNRR ancora non bandito e previsto per il prossimo autunno. Ci si affida a una vaga promessa di trattare con Bruxelles ( quando già nei mesi scorsi sono state condotte trattative con le istituzioni europee rispetto agli obiettivi di PNRR relativi all’istruzione e ci si chiede perché non si siano affrontati allora questi temi) e nel frattempo si assiste a centinaia di migliaia di precari costretti a districarsi tra vari canali di reclutamento”.
“Tante parole sul sostegno ma l’ultimo piano di immissioni in ruolo di circa 25000 docenti di sostegno è stato previsto dalla legge di bilancio del 2021 fatta da un nostro governo. Sul resto stiamo ancora attendendo. La scuola sta cominciando con cattedre vuote, con incarichi revocati per errori nelle procedure in molte province e con le famiglie costrette a fronteggiare il caro libri, mentre il Ministro si affida a proclami divisivi. La scuola merita più serietà e soprattutto non un clima di perenne scontro come quello che si sta alimentando in queste ore”. Così conclude la responsabile scuola dem