Informatica alla scuola primaria, Novara: “Si sta andando in direzione contraria al buonsenso educativo”

Il Ministro Valditara è intervenuto ieri al summit nazionale sull’intelligenza artificiale a Milano, anticipando una novità che rappresenterà un importante passo avanti nella formazione delle nuove generazioni: l’introduzione a partire dalla scuola primaria, di elementi base di informatica, tra cui il concetto di algoritmo.
Il pedagogista Daniele Novara commenta così l’iniziativa del Ministro: “Continua la saga di cui non se ne sentiva il bisogno, quella della ‘scuola digitale’. Un ritornello che sentiamo da oltre un decennio e che, oggettivamente, non ha portato alcun beneficio agli studenti ma ne ha portati molti a tutte quelle aziende che puntano sul business tecnologico. Ora si arriva addirittura a parlare di intelligenza artificiale, cosa contraria a ogni buonsenso per chi ha a cuore la crescita sana dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze.”
“Avevamo avuto un altro sentore quando lo stesso Ministro, all’inizio dell’anno scolastico, aveva regolamentato gli smartphone impedendone l’uso scolastico fino a 14 anni. Un’idea ottima che abbiamo sostenuto anche con un appello che ha quasi raggiunto 100.000 firme per chiedere di proibire gli smartphone fino ai 14 anni e i social fino a 16. Una proposta ancorata alla realtà, visto che si sta facendo in Australia, ma pare che in Italia si preferisca rimanere nell’assoluto Far West, con bambini e ragazzi in balia di dispositivi con una forza di penetrazione neuro celebrale non sostenibile per la loro età.”
“Tornando alla scuola – continua Novara -, bisogna distinguere tra quello che è il comune e utile repertorio tecnologico, che da sempre la didattica utilizza, e la volontà di imporre situazioni che si allontanano dal reale scopo scolastico. Perché è necessario ribadirlo: la scuola è prima di tutto una comunità sociale, di apprendimento esperienziale.
Ed è proprio l’esperienza diretta, di laboratorio operativo, che permette di attivare apprendimenti duraturi. Abbiamo tutti e tutte sotto gli occhi come l’esperimento avvenuto con la DAD abbia totalmente fallito e questo i ministri post covid dovrebbero ricordarlo. Non è stato utile né alle famiglie, né agli insegnanti, né agli alunni accasciati nelle dimore casalinghe ma senza la spinta neuro cognitiva data dalla presenza sensoriale, corporea e attiva dei compagni.”
“A scuola – conclude il pedagogista -, anche lo stare assieme agli altri consente di imparare, nella concretezza del contatto, della comunicazione e della relazione in carne e ossa. Incontrando sguardi e confrontandosi con tutto quello che rende umani gli esseri umani. Il resto non solo non porta da nessuna parte, ma è pericoloso” conclude Daniele Novara “Ogni tecnologia ha il suo giusto tempo.”