Indottrinamento fascista nelle scuole elementari, il racconto di Corrado Augias: “A scuola ci dicevano che dovevamo amare Mussolini”

Un’immagine inquietante dell’indottrinamento fascista nelle scuole elementari emerge dal racconto di Corrado Augias a “La Torre di Babele” su La7.
L’autore ha ricordato come i testi scolastici presentassero la giornata del Duce come un “trionfo luminoso”, educando i bambini a venerare Mussolini come un padre. “I balilla sognavano di sfilare davanti a lui”, ha sottolineato Augias, evidenziando la facile condizionabilità dei più piccoli. Un’immagine simbolica, impressa nella memoria di Augias, è quella del re, di Mussolini con l’elmetto e del crocifisso appesi al muro dell’aula, un’incongruenza che lo colpì fin da bambino.
La “prima lezione di dissimulazione”: Augias e il difficile rapporto con il Duce
Augias ha poi confessato la sua difficoltà ad amare il Duce, come invece veniva imposto a scuola. “Non lo amavo, ma pensavo: se dico che lo amo, chi può scoprire il contrario?”, ha raccontato, descrivendo quel momento come la sua “prima lezione di dissimulazione”.
L’autore ha poi ricordato la popolarità di Mussolini, soprattutto tra intellettuali e proletariato, e l’orgoglio dei bambini in divisa da Balilla o Figli della Lupa. Un’espressione, quest’ultima, che Augias ha analizzato anche nella sua possibile interpretazione grottesca, ricordando che il termine “lupa”, in latino, aveva anche il significato di “prostituta”.
Un’analisi che si conclude con un’amara riflessione sulla guerra civile tra partigiani e fascisti, entrambi “figli della lupa” e frutto di quello stesso indottrinamento.