Indennità disoccupazione Naspi: si può percepire se si hanno case affittate?

Se si percepisce reddito da una casa locata e si perde il lavoro, il diritto alla Naspi può essere messo in discussione dalle entrate della locazione?
L’indennità di disoccupazione Naspi serve a garantire al lavoratore disoccupato un reddito mentre cerca una nuova occupazione. Anche se il disoccupato trova un lavoro a tempo determinato e con durata inferiore ai 6 mesi l’indennità può essere mantenuta. Ma cosa accade se, invece, ha altri redditi? Scopriamolo rispondendo alla domanda di un lettore che ci scrive:
Salve, avrei due domande circa la compatibilità con l’erogazione dell’indennità mensile di disoccupazione Naspi.
– è possibile beneficiare della Naspi anche se percepisco un reddito da locazione classica (lungo termine, 3+2 con canone concordato a cedolare secca) o è incompatibile? È un immobile ereditato causa decesso del padre e non acquistato direttamente
– è possibile beneficiare della Naspi invece se percepisco reddito da locazione breve (uso turistico, contratti brevi-casa vacanze-Booking Air B&B) o è incompatibile? Percepirei un reddito che però non capisco se viene riconosciuto come attività lavorativa (il massimale per la Naspi è fissato a 4800 Euro all’anno), è a mio parere un’attività saltuaria e non è minimamente richiesta l’apertura di una partita IVA (è necessaria solo qualora solo si gestiscano più di 4 immobili).
Reddito da locazione e Naspi
L’INPS pone dei limiti al diritto alla Naspi solo nel caso che essa venga cumulata con reddito da lavoro, sia dipendente che autonomo. La Naspi spetta fintanto che si mantiene lo stato di disoccupazione e di fatto eventuali reddito non incidono sul diritto all’indennità. Discorso diverso, invece, nel caso che abbia diversi immobili turistici e sia necessaria l’apertura della partita IVA.
In entrambi i casi che descrive, quindi, in caso di licenziamento o scadenza contratto a termine potrebbe tranquillamente percepire la Naspi senza che i redditi da locazione concorrano alla formazione del reddito minimo previsto per continuare a percepire la Naspi: quel redditi cui si riferisce la normativa, infatti, è quello massimo consentito per chi svolge lavoro autonomo o lavoro subordinato.
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