Inclusione incompleta, il divario tra persone con e senza disabilità in Italia: un quadro complesso tra sfide e conquiste

La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità ha ridefinito il concetto di disabilità, sottolineando la sua dimensione sociale e l’interazione tra menomazioni individuali e barriere ambientali.
Tale nuovo paradigma ci spinge a considerare la disabilità come una questione di inclusione e uguaglianza di opportunità.
In Italia, circa 7,6 milioni di persone vivono con una certificazione di disabilità o ricevono indennità legate a essa. Tuttavia, l’approccio della CRPD, adottato dall’Istat, stima in quasi 3 milioni le persone che, a causa dell’interazione tra condizioni di salute e ambiente, non possono svolgere le attività quotidiane normalmente. Si tratta di un gruppo prevalentemente anziano, spesso fragile e solo, con scarse risorse di supporto.
L’istruzione è un diritto fondamentale sancito dalla CRPD, ma persistono disparità nell’accesso all’istruzione superiore tra persone con e senza disabilità. Solo il 55,7% delle persone con disabilità tra i 25 e i 44 anni ha almeno un diploma di scuola superiore, rispetto al 78% delle persone senza disabilità.
Anche l’accesso al mondo del lavoro rimane una sfida. Solo il 33,5% delle persone con disabilità in età lavorativa è occupato, rispetto al 60,2% del resto della popolazione. Inoltre, i lavoratori con disabilità hanno meno probabilità di ricoprire posizioni apicali.
Le famiglie con persone con disabilità affrontano sfide economiche significative, dovute ai costi elevati per l’assistenza e alle difficoltà nel generare reddito. Il rischio di povertà o esclusione sociale è più alto per queste famiglie, così come la bassa intensità lavorativa.
Nonostante i progressi compiuti grazie alle politiche di welfare, il quadro generale evidenzia ancora svantaggi significativi per le persone con disabilità in Italia. Rimane molto da fare per garantire una piena inclusione, attraverso un maggiore sostegno, l’abbattimento delle barriere architettoniche e sociali, e lo sviluppo di nuovi strumenti abilitativi.