Inclusione, Ianes: “Pure i più bravi a scuola possono acquisire nuove competenze proprio grazie all’interazione con i compagni con disabilità”

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Ernesto Galli Della Loggia ha scatenato un vivace dibattito con un editoriale sul Corriere della Sera, definendo l’inclusione scolastica in Italia un “mito”.

Le sue parole, forti e dirette, dipingono un quadro scolastico dove studenti con disabilità, con Bes e studenti stranieri coesistono nelle aule italiane, a suo dire, in modo disfunzionale.

Contrariamente a Galli Della Loggia, molti esperti sostengono l’importanza inconfutabile dei principi etico-politici dell’inclusione scolastica, considerandola non un’opzione ma uno standard necessario.

A Vanity Fair, Dario Ianes, autorevole figura nel campo dell’inclusione e della pedagogia, ha criticato duramente l’editoriale, definendolo “banale” e sostenendo che le affermazioni di Galli Della Loggia sono smentite dai dati.

Secondo Ianes, una scuola inclusiva non solo non limita gli studenti più dotati, ma anzi, offre loro l’opportunità di sviluppare nuove competenze, inclusa una più forte competenza metacognitiva. La sua visione è supportata da dati internazionali, che indicano benefici tangibili derivanti da un approccio inclusivo ben gestito.

Nonostante ciò, Ianes riconosce alcune sfide significative, come la mancanza di formazione specifica tra un terzo degli insegnanti di sostegno e l’insufficiente preparazione dei docenti curricolari nel campo del sostegno. Queste difficoltà richiedono un impegno concreto per migliorare la situazione attuale e attuare efficacemente l’inclusività.

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