Incentivi per i collaboratori dei DS, Cicero (Ancodis): “Si rende finalmente merito al lavoro insostituibile di migliaia di docenti”. INTERVISTA

Collaboratori dei dirigenti in fermento dopo le parole del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in cui ha annunciato che saranno previsti con il prossimo CCNL incentivi per i collaboratori del dirigente scolastico, i responsabili di plesso, i vicari e i coordinatori di progetto.
Si tratta sicuramente un’ottima notizia! Da otto anni ANCODIS cerca di sensibilizzare al tema della qualità e della quantità di lavoro straordinario che i collaboratori dei dirigenti scolastici e tutte le figure di sistema instancabilmente e quotidianamente espletano in favore delle loro comunità scolastiche. Si rende finalmente merito al lavoro insostituibile di migliaia di docenti! Per questo abbiamo anche apprezzato la proposta di formazione incentivante per le figure di sistema che ha certamente rappresentato un primo passo per il nostro riconoscimento formale.
Ancodis, ricordo, è nata con due finalità: dare identità a diverse migliaia di docenti che non avevano nemmeno un’associazione professionale, contrattualmente invisibili, e far esplodere mediaticamente il tema dell’importanza dei diversi lavori nella scuola autonoma. Non finirò mai di ripeterlo: senza il nostro lavoro e le nostre professionalità la scuola autonoma non potrebbe adempiere ai suoi doveri istituzionali e al dirigente scolastico – seppur esperto e competente – necessità la squadra dell’autonomia che è impegnata a progettare, monitorare, verificare il progetto educativo, che fa da anello di congiunzione tra la dirigenza, il corpo docente e il personale non docente, che garantisce l’efficace funzionamento organizzativo e didattico di ciascun plesso. La complessità della scuola autonoma è sotto gli occhi di tutti, per questo occorrono le figure di sistema che responsabilmente e professionalmente sono impegnate oltre che nel campo dell’insegnamento in quello della governance scolastica. Non è presunzione dire che ci riteniamo dei “privilegiati” perchè viviamo la scuola a 360 gradi, conosciamo i processi organizzativi, li monitoriamo, curiamo relazioni tra le componenti, siamo spesso la memoria storica.
Incentivi o meno, si prepara un nuovo contratto. Anche in questo caso si ripropone il tema dei salari dei docenti, troppo bassi rispetto alla media europea…
Il riconoscimento della funzione docente deve essere riportato all’attenzione della comunità sul piano del valore che essa assume nella società civile e nel suo conseguente sviluppo culturale prima ed economico dopo. In questi ultimi 25 anni abbiamo subìto un “fuoco amico” che ha favorito un certo discredito verso il lavoro degli insegnanti parlando di falsi privilegi e di stipendi eccessivi rispetto agli obblighi contrattuali. Retribuire i docenti rispettando la loro funzione ed adeguando i loro stipendi alla media europea deve essere un imperativo categorico per chi crede che la scuola è un caposaldo insostituibile in una comunità, per chi guarda al futuro del Paese che parte sempre dall’istruzione delle sue nuove generazioni. Ovviamente deve essere messo in discussione l’intero modello contrattuale che deve prevedere una specifica e continua formazione, favorire una vera carriera dinamica, motivante e gratificante rivedendo il sistema anacronistico delle fasce stipendiali per sola anzianità
Una docente di Bari ha proposto un anno sabbatico ogni 5 anni di insegnamento. Come la vede questa proposta?
Credo sia opportuno trovare una soluzione contrattuale che sostenga il lavoro sia sul piano dell’insegnamento che in quello del funzionamento organizzativo e didattico a partire dall’articolo 36 della Costituzione che parla di qualità e quantità del lavoro. Occorre piuttosto dare la possibilità di emergere chi desidera investire tempo ed energie, valutare gli obiettivi che una comunità scolastica raggiunge, considerare le caratteristiche dei territori nei quali la scuola opera, favorire la permanenza di un docente in una scuola che contrasta le diverse forme di povertà. Rendiamo la funzione docente davvero attrattiva riportandola al lustro sociale che aveva e che ha portato l’Italia ad essere un grande paese europeo.
Il dimensionamento scolastico lascia perplesso gran parte del mondo della scuola. Cosa ne pensa lei?
Abbiamo seguito il processo di dimensionamento che in questi ultimi due anni è stato posto in essere e riteniamo che abbia prodotto tre risultati che io chiamo “le tre riduzioni”: ha ridotto il problema delle reggenze divenuto in questi anni certamente insostenibile, ha ridotto le scuole autonome con il conseguente e significativo incremento della complessità gestionale e organizzativa di molte scuole, ha ridotto la spesa per dirigenti scolastici e personale amministrativo. Oggi abbiamo meno scuole autonome ma sicuramente più complesse con almeno 900 alunni, con molti plessi e più personale da gestire, relazioni interne ed esterne certamente più complicate (si pensi agli enti locali, all’associazionismo, ai partner, alle reti di scopo), integrazioni di realtà scolastiche probabilmente molto diverse tra loro per utenza e territorialità, la necessità di elaborare un nuovo PTOF, sintesi tra le diverse identità scolastiche, la gestione della sicurezza e delle emergenze oggi gravi criticità nelle scuole italiane.
Quindi? Come si dovrebbe procedere a suo modo di vedere?
In questa prospettiva non si può non mettere in discussione il tema dell’innovazione della governance scolastica che, a fronte di una sempre maggiore complessità, necessita del riconoscimento contrattuale della componente intermedia che collabora con il dirigente scolastico nel funzionamento organizzativo e didattico. Ecco perchè – a differenza di molti critici – chiediamo con forza l’istituzione dell’area del Middle management scolastico nel prossimo CCNL e di utilizzare le risorse provenienti dal risparmio del dimensionamento che resteranno nella disponibilità del Ministero per riconoscere anche il lavoro di queste figure professionali senza le quali la scuola autonoma non potrebbe assolvere in modo efficiente e con efficacia al suo ruolo istituzionale. Per questo confidiamo nell’atto politico del Ministro, nella lungimiranza delle forze politiche e nella responsabilità delle organizzazioni sindacali. Noi di Ancodis siamo pronti al confronto.