In Trentino, gruppo di insegnanti propone una legge contro l’apertura delle scuole dell’infanzia a luglio

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L’iniziativa, con una raccolta firme, sostenuta dai sindacati Cisl Scuola, Flc Cgil e Satos, vedrà domani uno sciopero accompagnato da un presidio in piazza Dante. Tuttavia, la Uil non parteciperà, avendo scelto un percorso alternativo.

La genesi della proposta di legge

La proposta è stata formulata dalle cosiddette insegnanti satelliti, rappresentanti dei vari circoli scolastici provinciali ed equiparati. Recentemente, su decreto del governatore Maurizio Fugatti, la Provincia ha incaricato un dipendente provinciale di autenticare le firme necessarie. Sono richieste almeno 2.500 firme per portare il testo al consiglio provinciale. La proposta mira a modificare l’articolo 5 della legge provinciale 1977 sulle scuole dell’infanzia, per evitare l’estensione del calendario scolastico fino a luglio.

Motivazioni della proposta

La relazione che accompagna la proposta di legge, firmata dall’insegnante Michela Lupi, sostiene che la scuola dell’infanzia ha una finalità educativa e non ricreativa. Viene enfatizzato che i bambini devono essere visti come protagonisti attivi dei processi di apprendimento, con esperienze frutto di progettazioni didattiche pedagogicamente orientate, e non come soggetti da intrattenere con attività estemporanee. La scuola, viene ribadito, non è un servizio per le famiglie ma un’istituzione educativa.

Posizione della provincia e reazioni dei sindacati

Nel programma per l’anno scolastico 2024-2025, la Provincia ha confermato l’apertura estiva delle scuole, introdotta inizialmente durante la pandemia da Covid-19. Tuttavia, è stata espressa la disponibilità a rivedere le modalità di erogazione del servizio estivo. L’assessora provinciale all’istruzione Francesca Gerosa ha dichiarato che l’apertura a luglio rimane, ma si cercheranno soluzioni per migliorare il servizio. Questa posizione non soddisfa i sindacati, che ritengono necessario abolire l’undicesimo mese.

Le ragioni dello sciopero

Monica Bolognani, segretaria generale della Cisl Scuola, ha sottolineato le incongruenze contrattuali create dall’estensione dell’anno scolastico a 11 mesi. La decisione di estendere il calendario scolastico era stata presa nel luglio 2020 come misura temporanea per sostenere le famiglie durante la pandemia, ma la promessa di renderla temporanea non è stata mantenuta. La segretaria evidenzia come l’undicesimo mese abbia portato a rimodulazioni contrattuali, riprogrammazioni delle ore aggiuntive e difficoltà nella fruizione delle ferie, generando frustrazione tra il personale delle scuole dell’infanzia.

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