In Svezia meno pc e più libri. L’esperto: “Meglio iniziare a scrivere con carta e penna che pigiare le dita su una tastiera”

Con l’avvento del nuovo anno scolastico in Svezia, una rinnovata visione pedagogica si fa strada tra i banchi. Al posto dei moderni tablet, gli studenti svedesi hanno ritrovato i tradizionali sussidiari.
Dietro questa inaspettata decisione si cela l’influenza della nuovo Ministro dell’Istruzione, Carlotta Edholm. Una scelta radicale, ispirata dai dati Pirls del 2021, che ha evidenziato un declino della capacità di lettura degli studenti svedesi, passando da 555 punti nel 2016 a 544 punti.
“Gli studenti svedesi hanno bisogno di più libri di testo e di meno computer”, ha sottolineato Edholm. La sua visione trova concordia anche in Italia, con esperti nel campo della pedagogia e della tecnologia che riconoscono il valore di questa riflessione. E, sebbene non si intenda demonizzare la tecnologia, la sfida sta nel bilanciare l’uso del digitale con quello dei metodi tradizionali.
A Il Fatto Quotidiano, Alberto Oliverio, medico e biologo italiano, fra i maggiori studiosi di psicobiologia e neuroscienze, sottolinea i pericoli di un’introduzione precoce alla tecnologia digitale. Suggerisce che la tradizionale pratica della scrittura manuale potrebbe promuovere una maggiore attenzione e motricità rispetto all’utilizzo di dispositivi elettronici.
Il ritorno ai metodi tradizionali non è solo una reazione alle tendenze moderne, ma anche una decisione supportata dalla ricerca. Il prestigioso Karolinska Institutet in Svezia ha rivelato come l’uso eccessivo di strumenti digitali potrebbe effettivamente compromettere l’apprendimento.