In Spagna si cambia, spinta sulle competenze. Il pedagogo Valle: “Non lasciare solo il corpo docente di fronte al cambiamento”
L’apprendimento basato sulle competenze, che mette l’accento sull’internalizzazione delle conoscenze e sulla loro applicazione pratica piuttosto che sulla memorizzazione di grandi quantità di contenuti, sembra una novità in Spagna.
Tuttavia, Javier Valle, esperto in istruzione comparata e sovranazionale, ricorda a El Pais, che l’UNESCO ha iniziato a parlare di questo approccio didattico mezzo secolo fa, l’OCSE lo ha adottato negli anni ’80 e l’UE lo ha definitivamente assunto nel 2006.
Valle sottolinea che la tradizione educativa dell’Europa meridionale è più accademica e basata sulla memoria, rendendo più difficile l’adozione di un approccio basato sulle competenze rispetto al nord Europa, che è più orientato verso la pratica dell’azione educativa.
In merito al possibile cambio di governo e a una possibile nuova legge sull’istruzione (in Spagna si andrà a elezioni a fine luglio, ndr), Valle afferma che un tale cambiamento potrebbe essere tragico, poiché l’approccio basato sulle competenze dovrebbe essere una questione di consenso nazionale piuttosto che di ideologia politica. Infatti, questo approccio è adottato sia da nazioni di destra che di sinistra, sia da repubbliche che da monarchie, poiché rispecchia una tendenza pedagogica globale.
Per un sistema educativo basato sulle competenze, i primi a dover apprendere sono gli insegnanti, che si sentono spesso abbandonati dai vari governi.
Inoltre, Valle sostiene che l’approccio basato sulle competenze dovrebbe riflettersi non solo nelle materie tradizionali come matematica, lingua e storia, ma anche in vari ambiti che rappresentano le otto competenze chiave (comunicazione linguistica, plurilinguismo, matematica e scienza, tecnologia e ingegneria, digitale, cittadinanza, imprenditorialità e consapevolezza ed espressione culturale). Questo rappresenterebbe un passo avanti decisivo, innovativo e coraggioso nel campo dell’istruzione.
Tuttavia, Valle riconosce che cambiare la tradizione storica disciplinare non sarà facile, poiché potrebbe incontrare l’opposizione di parte del corpo docente. Nonostante ciò, sostiene che tale cambiamento è necessario per il bene delle future generazioni.