In Piemonte ecco la scuola per i bimbi plusdotati. L’esperto: “Se non seguiti il rischio è la noia e la dispersione scolastica”
Dal prossimo anno scolastico, il Piemonte introdurrà iniziative speciali progettate per riconoscere e valorizzare i bambini plusdotati: quegli studenti con un quoziente intellettivo (QI) superiore a 130.
Questi giovani geni, rappresentando circa il 5% degli studenti del primo grado, spesso non ricevono l’attenzione adeguata nelle aule tradizionali, portando in alcuni casi all’abbandono degli studi.
Il nuovo programma, che vede un finanziamento di 100mila euro stanziati per i prossimi due anni, si concentrerà anche sulla formazione specifica degli insegnanti. Questo intervento segue l’iniziativa di altre regioni come il Veneto e il Friuli e vede una collaborazione bipartisan tra l’assessore all’Istruzione Elena Chiorino e il capogruppo del Pd Raffaele Gallo.
La visione del programma non prevede classi speciali. Valentina Botta, madre di due bambine plusdotate, sottolinea l’importanza dell’interazione dei suoi figli con i loro coetanei in un ambiente scolastico eterogeneo. Il vero bisogno, sostiene, è di lezioni che soddisfino le loro eccezionali capacità cognitive. “La mia figlia Isabella, già a 7 anni, mostrava una profondità di pensiero inusuale,” racconta Botta, sottolineando la necessità di un approccio educativo innovativo.
Raffaele Gallo, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, concorda sottolineando come non si tratti solo di una maggiore capacità intellettiva. “La loro avanzata capacità di analisi può renderli più vulnerabili alle dinamiche della vita,” spiega, evidenziando la necessità di formare docenti e assistere le famiglie.
L’assessore all’Istruzione, Elena Chiorino, che ha accolto con favore la proposta, sottolinea: “Questi ragazzi non devono trovare limiti al loro talento”.