In ogni classe abbiamo spiegato che la guerra non si deve fare mai. Lettera

Inviata da Lorenzo Picunio – Abbiamo lavorato con molti cicli scolastici, di età diverse: in ogni classe abbiamo impiegato un po’ di tempo per chiarire a bambini, ragazzi, piccolissimi, giovani adulti che la guerra non si deve fare mai. Che non ci devono essere più guerre.
La ragione è ovvia, per chi ha studiato la storia. Da quando esistono le armi atomiche ogni guerra può diventare nucleare. Fino a pochi anni fa la cosa valeva solo se almeno una delle due parti contendenti apparteneva al “club dell’atomica”. Oggi le atomiche sono migliaia nelle mani di stati, molti di più di quelli che ammettono di averne, ma anche di eserciti privati o bande terroristiche o criminali. Quindi qualunque stato combatta può procurarsi, a pagamento e con poca fatica, una bomba atomica.
Non resta che la trattativa, il ruolo fondamentale delle Nazioni Unite, la possibilità di interposizione di quelli che oggi sono chiamati “caschi blu”, forze armate fornite dagli stati ma sotto comando Onu. Cambiano le regole del gioco, ogni azione diversa da queste mette in pericolo la pace mondiale. È una prospettiva di “governo mondiale” teorizzato da molti, ad esempio dal professor Papisca quarant’anni fa all’Ateneo di Padova. E anche oggi da molti studiosi in tutto il mondo.
L’abbiamo detto da insegnanti con l’insegnamento di Mario Lodi e di tanti colleghi, con i testi di Gianni Rodari e le canzoni di Sergio Endrigo, con le lezioni televisive di Alberto Manzi, con il Movimento di Cooperazione Educativa.
Potremmo dire che dei risultati si vedono, quando scopriamo squadre di calcio multietniche, gruppi di badanti di diverse nazionalità dell’est Europa, amicizie “internazionali” nella scuola e fuori della scuola. Sono conquiste, queste, che ci rendono fiduciosi nel futuro. Del resto, qualunque tema si affronti, dai vaccini anticovid all’inquinamento, la prospettiva della governance mondiale, magari anche solo attraverso un rafforzamento del ruolo dell’Onu, è sempre l’edificio di pace da costruire.