In Italia si buttano 1,5 miliardi di kg di cibo all’anno. Formare le nuove generazioni a non sprecare: il ruolo della scuola

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Uno studio del Ministero dell’Ambiente e del progetto Reduce ha evidenziato che nelle mense delle scuole italiane un terzo dei pasti preparati finisce buttato via, con una media di 120 grammi di cibo sprecato al giorno per ogni bambino.

Considerando che in Italia le mense scolastiche servono oltre 3 milioni di pasti al giorno, si tratta di una quantità enorme di cibo letteralmente gettato nella spazzatura.

Lo spreco avviene sia per il cibo cucinato ma non servito (unserved food), che potrebbe essere redistribuito, sia per quello servito nei piatti ma non consumato (plate waste) e destinato quindi alla pattumiera. Due tipologie di spreco diverse ma entrambe insostenibili per l’impatto ambientale ed economico che generano.

Le cause principali dello spreco nel plate waste sono porzioni eccessive, troppa varietà di piatti che rende inappetibili alcune portate, pasti consumati in ambienti sovraffolati e con tempi ridotti per la consumazione. Per ridurlo, si può puntare su porzioni calibrate, presentazione accurata dei piatti, maggior tempo per il pasto e coinvolgimento dei bambini nella scelta dei menù.

Per il cibo non servito invece occorre una migliore pianificazione degli approvvigionamenti e l’adozione di sistemi di sporzionamento efficienti. I pasti avanzati potrebbero essere donati ad associazioni di volontariato.

La strada maestra però rimane l’educazione. Secondo un’indagine di Waste Watcher, 6 italiani su 10 ritengono che la sensibilizzazione contro lo spreco vada fatta già a partire dalle scuole. È qui che attraverso percorsi ludico-educativi trasversali alle diverse materie si può diffondere la consapevolezza sul valore del cibo e sull’importanza di non sprecarlo.

Sono già stati realizzati kit didattici ad hoc per insegnanti e studenti delle primarie, con l’obiettivo di formare le nuove generazioni al consumo responsabile a partire dal valore attribuito al cibo e agli sforzi necessari per produrlo. Un primo passo cruciale per costruire quel cambio di paradigma culturale indispensabile per vincere la battaglia contro lo spreco alimentare.

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