In Islanda donne in sciopero contro la differenza di salario. Aderiscono anche i docenti: “Un atto di disobbedienza civile”

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In Islanda, un paese noto per essere all’avanguardia in tema di uguaglianza di genere, le donne stanno conducendo uno sciopero per protestare contro il gender pay gap.

La richiesta principale è la pubblicazione degli stipendi in tutti i settori, con una specifica attenzione verso i mestieri con prevalenza femminile come quello delle pulizie, notoriamente sottopagato.

L’appello non si ferma alle retribuzioni, ma invita le donne a scioperare anche dal lavoro non retribuito in casa. È un richiamo ai membri maschili della famiglia affinché si assumano responsabilità quotidiane come la preparazione dei pasti e la cura dei bambini.

Katrín Jakobsdóttir, la Prima Ministra, ha annunciato la sua partecipazione allo sciopero. “Non lavorerò perché mi aspetto che facciano lo stesso anche tutte le donne che fanno parte del governo”  ha dichiarato, mettendo in luce l’esame in corso sulle professioni dominate dalle donne.

Le conseguenze dello sciopero saranno particolarmente evidenti nei settori della sanità e dell’istruzione. L’Unione islandese degli insegnanti rileva che le donne rappresentano la maggioranza dei docenti e circa l’80% dei lavoratori nell’Ospedale Universitario Nazionale.

Questa forma di protesta rimanda allo sciopero delle donne islandesi del 1975, che ebbe un impatto significativo sulla sensibilizzazione pubblica riguardo al lavoro femminile e la sua importanza economica e sociale.

Lo sciopero arriva nonostante l’Islanda sia stata classificata come il paese più vicino all’uguaglianza di genere per 14 anni dal World Economic Forum. Lo slogan della protesta, “Questa è uguaglianza?”, è un monito globale sulla necessità di garantire diritti effettivi, inclusa l’eliminazione della violenza di genere.

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