In Inghilterra il nuovo governo laburista punta sulle tasse alle scuole private per finanziare la scuola pubblica: 6.500 nuovi insegnanti e 3.300 asili nido

Il “King’s Speech” di Re Carlo III darà il via a una nuova era per l’istruzione britannica. Tra le riforme annunciate dal governo laburista di Keir Starmer, spicca la stretta fiscale sulle scuole private, un provvedimento destinato a far discutere.
L’obiettivo di Starmer è chiaro: abolire gli sgravi fiscali di cui beneficiano le scuole private, considerate un privilegio per pochi che crea disuguaglianza nel sistema educativo.
La misura, secondo le stime del governo, permetterebbe di recuperare circa 1,5 miliardi di sterline all’anno, risorse preziose da reinvestire nell’istruzione pubblica.
Con i fondi recuperati, il Labour punta ad assumere 6.500 nuovi insegnanti e a creare 3.300 strutture per l’infanzia all’interno delle scuole pubbliche. Un investimento significativo per migliorare la qualità dell’offerta formativa e per venire incontro alle esigenze delle famiglie, offrendo un supporto concreto ai genitori che lavorano.
La stretta sulle scuole private rappresenta una vera e propria rivoluzione nel panorama educativo britannico. Da sempre, queste istituzioni godono di un’aura di prestigio e rappresentano un’opzione ambita per le famiglie benestanti.
La decisione di Starmer, che in passato ha frequentato istituti privati, è un segnale forte di discontinuità con il passato e testimonia la volontà di creare un sistema educativo più equo e inclusivo. Non sono mancate le critiche da parte di chi difende il sistema attuale. Le scuole private, sostengono i detrattori della riforma, garantiscono un’istruzione di eccellenza e contribuiscono a ridurre la pressione sul sistema pubblico.
Tuttavia, la mossa di Starmer sembra raccogliere il favore di una parte consistente dell’opinione pubblica, che da tempo chiede un intervento deciso per ridurre le disuguaglianze nell’accesso all’istruzione.