“In Finlandia gli studenti non competono sui voti”. Paola, docente italiana in viaggio nella scuola finlandese: “Tecnologia intelligente e zero pressione, fiducia reciproca e benessere emotivo” INTERVISTA

Il sistema scolastico finlandese, considerato tra i migliori al mondo, continua ad attrarre l’attenzione di educatori internazionali. Paola, docente di lingua inglese in un istituto comprensivo in provincia di Salerno, ha visitato la Finlandia per osservare da vicino questo modello educativo d’eccellenza.
“Da tempo desideravo visitare la Finlandia. Ero curiosa di capire cosa rendesse il loro sistema così efficace e se alcuni elementi potessero essere applicati nel nostro contesto educativo”, racconta la docente.
Benessere degli studenti e valutazione formativa
Uno degli aspetti più distintivi dell’approccio finlandese è l’attenzione al benessere complessivo degli studenti. “Il benessere degli studenti è una priorità nel sistema educativo finlandese. L’attenzione non è solo sull’apprendimento accademico, ma anche sullo sviluppo emotivo e sociale”, sottolinea. La valutazione stessa riflette questa filosofia: nei primi anni scolastici non vengono utilizzati voti numerici tradizionali, ma si adotta una valutazione formativa basata sul feedback continuo. Gli insegnanti offrono indicazioni su come migliorare, anziché assegnare semplicemente un voto, eliminando la competizione tra studenti e favorendo un apprendimento personalizzato.
Formazione docenti e tecnologia: lezioni per l’Italia
La formazione degli insegnanti rappresenta un altro pilastro del modello finlandese. “Per diventare insegnante è necessario seguire un rigoroso percorso universitario focalizzato sulla ricerca educativa e sulla pedagogia”, spiega. I docenti finlandesi godono di grande autonomia e sono considerati professionisti altamente qualificati, con accesso costante alla formazione continua. Anche l’integrazione della tecnologia avviene in modo naturale e funzionale: “In Finlandia, la tecnologia è integrata in modo intelligente ed efficace nel percorso didattico, ottenendo ottimi risultati senza compromettere la creatività degli studenti, ma anzi valorizzandola”, osserva la docente, riconoscendo che l’adozione di pratiche finlandesi in Italia richiederebbe non solo riforme strutturali, ma un più ampio cambiamento culturale.
Ha visitato la Finlandia per osservare il loro sistema educativo. Cosa l’ha spinta a questo viaggio e quali erano le sue aspettative iniziali?
“Da tempo desideravo visitare la Finlandia. Ho sempre sentito parlare del suo sistema scolastico, considerato uno dei migliori al mondo. Ero curiosa di capire cosa lo rendesse così efficace e se alcuni elementi potessero essere applicati nel nostro contesto educativo. Immaginavo di trovare scuole altamente tecnologiche, metodi di insegnamento innovativi e studenti molto motivati. Volevo anche vedere come gli insegnanti interagissero con gli alunni e quale ruolo giocasse la società nel sostenere l’istruzione. Dopo aver visitato il Paese, posso dire che le mie aspettative sono state pienamente confermate: ho trovato un ambiente scolastico stimolante, docenti preparati e un approccio all’apprendimento davvero centrato sul benessere degli studenti”.
Una delle principali differenze spesso citate è l’autonomia scolastica. Come ha percepito questo aspetto nelle scuole finlandesi rispetto alle scuole italiane?
“In Finlandia i docenti godono di una notevole libertà nella personalizzazione delle metodologie e dei contenuti didattici, che adattano alle specifiche esigenze degli studenti. Ciò è reso possibile da un sistema che promuove attivamente l’innovazione e un apprendimento su misura. Inoltre, il sistema scolastico finlandese è fortemente orientato verso le sfide globali emergenti, quali lo sviluppo delle competenze digitali e la consapevolezza ambientale. La principale differenza tra i due modelli risiede, quindi, nell’ampia autonomia e flessibilità delle istituzioni scolastiche finlandesi, che possono rispondere in modo più efficace alle necessità degli studenti rispetto al sistema italiano, che rimane più centralizzato e meno adattabile. Gli studenti stessi hanno una notevole libertà nella scelta delle discipline e nella gestione del loro tempo di studio. Ogni istituto scolastico ha la possibilità di definire il proprio piano di studi, tenendo conto delle esigenze degli studenti e della comunità locale, pur rispettando le linee guida nazionali. Un ulteriore aspetto di rilievo è la stretta collaborazione tra famiglie e scuola. In Finlandia, i genitori partecipano attivamente al percorso di apprendimento dei figli, anche al di fuori della scuola. Questo favorisce sicuramente un ambiente di crescita sereno e collaborativo per i ragazzi”.
E per quanto riguarda la valutazione degli studenti? Come si confrontano i due sistemi in termini di valutazione dei progressi dei ragazzi?
“Il sistema educativo finlandese si focalizza sull’apprendimento attivo e questo consente agli studenti di avanzare secondo i loro ritmi e interessi. Nei primi anni di scuola in Finlandia non si utilizzano voti numerici tradizionali ma si adotta una valutazione formativa basata sul feedback continuo e sull’osservazione del percorso di apprendimento. Gli insegnanti offrono indicazioni su come migliorare, anziché assegnare semplicemente un voto. In Italia, sebbene stiano emergendo approcci più orientati alla crescita individuale, la valutazione rimane focalizzata sui voti e sulla caccia all’errore, creando maggiore pressione sugli studenti. In Finlandia pare non ci sia competizione tra gli studenti riguardo ai voti. L’obiettivo principale è che ogni studente progredisca al proprio ritmo, senza l’ansia di ottenere risultati perfetti. In Italia, invece, la valutazione ha un peso maggiore nel determinare il successo scolastico, con il voto che spesso diventa il fulcro dell’esperienza educativa. Il sistema italiano si concentra sulla misurazione del rendimento scolastico con criteri standardizzati, mentre in Finlandia prevale un approccio personalizzato, orientato alla crescita individuale degli studenti”.
La formazione degli insegnanti e lo sviluppo professionale sono spesso evidenziati come punti di forza del sistema finlandese. Quali sono state le sue osservazioni?
“La formazione degli insegnanti in Finlandia rappresenta uno degli aspetti più affascinanti del loro sistema educativo. Innanzitutto, per diventare insegnante, è necessario seguire un rigoroso percorso universitario focalizzato sulla ricerca educativa e sulla pedagogia. Successivamente i docenti hanno accesso a formazione continua. Sono considerati professionisti autonomi, infatti godono di una grande libertà di adattare i metodi di insegnamento alle esigenze degli studenti. Un altro aspetto che ho notato è che gli insegnanti sono spinti a collaborare tra loro, condividono idee e riflessioni sulle pratiche didattiche, creando così un ambiente di apprendimento reciproco tra colleghi. In Italia, pur esistendo corsi di aggiornamento e formazione, la situazione è meno strutturata e gli insegnanti non sempre hanno la stessa autonomia nella scelta dei percorsi formativi. Inoltre, le risorse destinate alla loro crescita professionale sono spesso insufficienti, con un impatto negativo sulla qualità dell’educazione. In Finlandia, la formazione degli insegnanti è vista come una priorità strategica per mantenere alta la qualità dell’intero sistema educativo. Un altro aspetto fondamentale è la fiducia che i dirigenti ripongono negli insegnanti. Poiché questi ultimi sono altamente qualificati e competenti, i presidi li supportano e li lasciano liberi di scegliere i metodi migliori per i loro studenti, senza imporre una supervisione troppo rigida. Questo approccio crea un ambiente di lavorativo positivo, dove gli insegnanti si sentono rispettati e valorizzati”.
Parliamo del benessere degli studenti. Cosa ha notato riguardo all’approccio finlandese al sostegno dello sviluppo complessivo degli studenti?
“Il benessere degli studenti è una priorità nel sistema educativo finlandese, che si riflette in diversi aspetti del loro approccio. L’attenzione non è solo sull’apprendimento accademico, ma anche sullo sviluppo emotivo e sociale degli studenti. La scuola è vista come un luogo sicuro, dove i bambini e i ragazzi devono sentirsi supportati e motivati. Viene data molta importanza all’equilibrio tra la vita scolastica e quella personale, consentendo attività extrascolastiche e sport che contribuiscono alla crescita complessiva degli studenti. Gli insegnanti sono anche disponibili per lezioni extra di recupero (remunerate), dimostrando così un costante impegno oltre l’orario di lavoro per il benessere degli studenti. Vi è, inoltre, tra insegnanti e alunni un forte rapporto di fiducia reciproca. Gli studenti si affidano ai loro insegnanti e si fidano di loro, e gli stessi docenti si fidano dei loro alunni, permettendo loro di muoversi piuttosto liberamente sia all’interno che all’esterno della scuola, nelle aree ricreative. Questa fiducia è un elemento chiave di una politica volta a promuovere l’autonomia e il senso di responsabilità. Gli studenti finlandesi ricevono, inoltre, un forte supporto psicologico. Ogni scuola ha consulenti scolastici e psicologi che collaborano con insegnanti e famiglie per monitorare il benessere degli studenti, garantendo un intervento tempestivo in caso di difficoltà. Gli insegnanti sono formati per riconoscere segnali di disagio e offrire supporto emotivo. In questo modo si crea un ambiente in cui gli studenti si sentono ascoltati e rispettati.L’elemento distintivo è, quindi, il forte senso di responsabilità che gli studenti imparano a sviluppare fin dalla tenera età. I bambini finlandesi vanno a scuola da soli. Per questo motivo la scelta dell’istituto dipende spesso dalla vicinanza geografica alla propria abitazione”.
Come viene integrata la tecnologia in classe in Finlandia rispetto all’Italia?
“In Finlandia, la tecnologia è integrata in modo naturale e funzionale nel processo educativo. È utilizzata non solo per facilitare l’apprendimento, ma anche per sviluppare competenze digitali nei giovani. Ogni studente ha accesso a dispositivi come computer portatili o tablet, e le piattaforme digitali vengono impiegate per collaborare, fare ricerche e valutare l’apprendimento. Gli insegnanti usano software educativi per personalizzare le lezioni, semplificare concetti complessi e stimolare la creatività degli studenti. Gli insegnanti hanno anche tempo e supporto per aggiornarsi sugli strumenti tecnologici emergenti, con l’obiettivo di stimolare l’interazione e la partecipazione attiva degli studenti. In Italia, sebbene molti siano i tentativi di integrare la tecnologia nelle scuole, il processo è ancora in evoluzione. L’uso delle tecnologie non è ancora diffuso o sistematico come in Finlandia, e l’accesso può variare significativamente da una scuola all’altra, generando disuguaglianze nell’apprendimento digitale. Inoltre, in Italia, l’uso eccessivo delle tecnologie a scuola è spesso visto con diffidenza. Probabilmente anch’io rientro tra quei docenti che preferiscono adottarle con moderazione. Tuttavia posso dire che, in Finlandia, la tecnologia è integrata in modo intelligente ed efficace nel percorso didattico, ottenendo ottimi risultati senza compromettere la creatività degli studenti, ma anzi valorizzandola”.
E per quanto riguarda l’educazione per i bisogni speciali? Quali differenze ha osservato?
“In Finlandia, l’educazione per alunni con bisogni speciali è un aspetto ben sviluppato e integrato nel sistema scolastico. Ogni scuola dispone di un team di supporto, che include insegnanti di sostegno, psicologi, terapisti e, se necessario, assistenti specializzati. Questo supporto non si limita solo agli studenti con disabilità evidenti, ma si estende anche a quelli con difficoltà di apprendimento, emotive o comportamentali. L’approccio finlandese è inclusivo e cerca di adattare l’insegnamento alle esigenze individuali degli studenti, permettendo loro di partecipare pienamente alla vita scolastica. Un aspetto chiave è la formazione avanzata e la collaborazione tra gli insegnanti e gli altri professionisti, che lavorano insieme per monitorare costantemente i progressi e il benessere degli studenti con bisogni speciali. Le scuole finlandesi adottano un approccio preventivo e intervengono precocemente con programmi personalizzati per garantire che ogni studente riceva il supporto necessario. In Italia, sebbene esistano leggi che tutelano il diritto all’istruzione per gli studenti con bisogni speciali, l’approccio è meno strutturato. Le risorse sono spesso limitate, e gli insegnanti di sostegno, purtroppo, non sempre sono sufficienti o adeguatamente formati per gestire la varietà di bisogni degli studenti. Inoltre, la qualità del supporto può variare significativamente tra scuole e regioni, creando disuguaglianze nell’offerta educativa. In Finlandia, ho percepito un impegno concreto nel garantire che ogni studente, indipendentemente dalle sue difficoltà, abbia pari opportunità di apprendimento. L’inclusione è un valore profondamente radicato, e l’intero sistema scolastico lavora in sinergia per creare un ambiente favorevole per ogni studente”.
Qual è stata la cosa più sorprendente o di maggiore impatto che ha imparato durante la sua visita?
“Sono molti gli aspetti che mi hanno colpito durante il visiting. Prima di tutto l’approccio olistico all’educazione. In Finlandia, l’apprendimento non riguarda solo le conoscenze accademiche, ma include anche lo sviluppo emotivo, sociale e psicologico degli studenti. È impressionante come il sistema scolastico lavori per creare un ambiente sicuro e inclusivo, dove ogni alunno viene visto nel suo insieme e non solo come un “alunno da valutare”. Un altro aspetto che mi ha sorpreso è il livello di fiducia tra insegnanti, studenti e famiglie. Gli insegnanti sono trattati come professionisti autonomi e la fiducia è reciproca anche tra scuola e famiglia, le quali collaborano strettamente per il benessere e il successo dei ragazzi. Come ho già detto, in Finlandia c’è un forte impegno verso la responsabilizzazione degli studenti fin da giovani. I bambini sono incoraggiati a diventare indipendenti: prendono decisioni e sviluppano un forte senso di autostima e responsabilità. In Italia, questo aspetto è ancora limitato, e i bambini dipendono maggiormente dall’aiuto degli adulti. Quello che mi ha maggiormente impressionato è stato l’equilibrio che il sistema educativo finlandese riesce a mantenere tra insegnamento, benessere psicologico e sviluppo dell’autonomia. Tutto questo contribuisce a creare un ambiente che supporta ogni aspetto della crescita degli studenti in modo integrato e multidimensionale. Non bisogna dimenticare che l’istruzione pubblica finlandese è gratuita. Tutti i costi, inclusi libri di testo, trasporti, pasti scolastici e materiali didattici, sono coperti dallo Stato attraverso la tassazione generale”.
Quali insegnamenti chiave o lezioni pensa che il sistema educativo italiano potrebbe potenzialmente adottare o adattare dal modello finlandese?
“Ritengo che un elemento fondamentale sia la formazione dei docenti, che in Italia risulta spesso disomogenea e frammentata a causa delle continue modifiche legislative introdotte dai diversi governi nel corso degli anni. Sarebbe auspicabile l’implementazione di un percorso di formazione standardizzato e ben strutturato, obbligatorio per tutti coloro che aspirano alla carriera di insegnante. Questo permetterebbe di uniformare la preparazione dei docenti, garantendo una qualità didattica più elevata e omogenea su tutto il territorio nazionale. In Finlandia, ad esempio, il percorso di studi per diventare insegnanti è estremamente rigoroso e uniforme, e questo assicura una preparazione ottimale per ogni docente”.
Un approccio che infonda maggiore fiducia nei docenti potrebbe favorire un ambiente scolastico più dinamico e adattabile.
“Un altro aspetto fondamentale da potenziare è l’inclusione. In Finlandia tutti gli studenti, anche quelli con difficoltà, sono pienamente integrati nella classe e supportati da docenti, psicologi e altri professionisti. I bambini sono abituati all’autonomia fin dalla tenera età, vanno a scuola da soli e imparano a gestire le proprie responsabilità. In Italia, invece, gli studenti tendono ad essere più dipendenti dagli adulti. Incoraggiare una maggiore autonomia e responsabilità li aiuterebbe a sviluppare una maggiore sicurezza in sé stessi. In Finlandia, il benessere psicologico è considerato un elemento essenziale per l’apprendimento, e il supporto psicologico è ampiamente disponibile per tutti gli studenti, mentre in Italia è ancora carente. A mio avviso, investire in questo settore migliorerebbe la qualità dell’istruzione e ridurrebbe lo stress degli studenti. È importante riconoscere, però, che la Finlandia possiede un contesto culturale diverso dal nostro. Lì, l’autonomia e il benessere degli studenti sono valori condivisi a livello sociale. Persino l’efficiente rete di trasporti consente ai ragazzi di spostarsi autonomamente fin da piccoli. È fondamentale comprendere che il successo del sistema educativo finlandese non è solo il risultato di riforme strutturali, ma è profondamente radicato nella cultura del Paese. La Finlandia vanta una storia di forte coesione sociale, fiducia nelle istituzioni e una marcata enfasi sull’uguaglianza. Questi valori si riflettono nella concezione finlandese dell’educazione.Pertanto credo che, pur traendo ispirazione dalle migliori pratiche finlandesi, sia essenziale adattare le riforme educative al contesto culturale italiano. Non è possibile semplicemente importare un modello straniero senza considerare le nostre specificità. Sarebbe necessario un cambiamento culturale più ampio. Il miglioramento dell’istruzione richiede un impegno congiunto da parte di tutta la società, dalle famiglie alle istituzioni. Quando si analizza il sistema educativo finlandese, si rischia di idealizzarlo, dipingendolo come un’utopia. Tuttavia, è cruciale distinguere tra l’aspirazione a un modello ideale e la fattibilità della sua applicazione integrale in un contesto totalmente diverso”.