“Rinviare il ritorno in classe di 20-30 giorni”. De Luca di nuovo all’attacco: “Dad per i non vaccinati misura odiosa”
“In relazione alla riapertura delle scuole, sento circolare l’ipotesi di tenere a casa i bambini non vaccinati. Mi sembrerebbe una misura tanto odiosa e discriminatoria, quanto ingestibile. Credo che si debbano prendere misure semplici ed equilibrate, con l’obiettivo di aprire le scuole in presenza quanto prima e per sempre”.
Così, in una nota, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca.
E ancora: “Nel quadro attuale di diffusione del contagio fra i giovanissimi, mi parrebbe una misura equilibrata e di grande utilità il semplice rinvio del ritorno a scuola. Prendere 20/30 giorni di respiro, consentirebbe di raffreddare il picco di contagio, che avrà a gennaio probabilmente un’altra spinta, e di sviluppare la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca”.
“Non sarebbe una misura ideale – dice – ma consentirebbe di riprendere a breve le lezioni in presenza con maggiore serenità per gli alunni, per le famiglie, per il personale scolastico”.
In un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Mattino”, l’assessore regionale all’Istruzione, Lucia Fortini, conferma l’ipotesi Dad: “Non possiamo escludere la possibilità che si possa sospendere l’attività didattica in presenza. Da oggi inizieremo un confronto quotidiano con l’Unità di crisi della Campania per analizzare vari dati: la curva dei contagi su scala regionale, cioè per tutte le fasce d’età, poi quella relativa agli studenti, del personale scolastico e infine per provincia. Se alcune provincie saranno in relativa sicurezza, potremmo immaginare provvedimenti mirati sul territorio, perché è evidente a tutti che l’aumento c’è ed è consistente”.
“Sulla Dad nessuna fuga in avanti. Non servono”. Così Stefano Caldoro, capo dell’opposizione di centrodestra
in Consiglio regionale della Campania, contattato da Radio Radicale. “La Campania, con i suoi studenti – aggiunge Caldoro – ha pagato un prezzo altissimo, qui si registra la situazione peggiore in Europa rispetto ai giorni di scuola. È necessario che ci sia una scelta nazionale che deve partire dal Governo sentiti gli esperti, le Regioni e soprattutto i sindaci. In alcuni casi si possono attribuire, preso atto di alcune criticità, ai dirigenti scolastici decisioni legate a singole situazioni particolari”.
M5S e Lega contrari
Le Regioni, al fine di preservare al massimo le lezioni in presenza, puntano a escludere il ricorso alla didattica a distanza per gli alunni vaccinati nel caso in cui vengano riscontrati due studenti positivi nella stessa classe. Le proposte, che si applicherebbero alle scuole elementari e alla prima media, potrebbero essere discusse nel consiglio dei Ministri del prossimo 5 gennaio
Secondo la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia “non si può pensare di discriminare i bambini, prevedendo per alcuni la dad e per altri la frequenza in presenza”. Meglio intervenire aumentando le risorse disponibili per la scuola e far sì che gli istituti restino aperti in generale.
Anche Rossano Sasso – sottosegretario all’Istruzione insieme a Floridia – ha sottolineato come priorità del governo sia quella di “preservare la didattica in presenza”. Lo sforzo, secondo Sasso, deve essere quello di “innalzare i livelli di sicurezza delle nostre scuole con dispositivi di aerazione e ventilazione, mascherine Ffp2 e un rafforzamento dei sistemi di tracciamento“.
Il sottosegretario al Ministero della Salute Andrea Costa si è detto convinto che si riuscirà a “rispettare la riapertura dell’anno scolastico e l’inizio delle lezioni per il 10 gennaio”. Per il rientro in aula, sottolinea, sono state stanziate “risorse importanti”, da indirizzare verso il monitoraggio dei casi Covid e lo screening dei tamponi.