In classe d’estate? Turi (Uil Scuola): “Scuola è funzione dello Stato e non un servizio a domanda”

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Anche Pino Turi, segretario nazionale Uil Scuola, commenta l’idea a cui sta lavorando l’Emilia Romagna di portare in classe d’estate gli alunni.

La scuola è una funzione dello Stato e non un servizio a domanda individualizzata. Una funzione che riconosce il diritto universale all’istruzione di ogni cittadino al di la del ceto della fede religiosa, politica e del luogo in cui è nato o è residente, funzione garantita dalla costituzione che per consentire l’esercizio di tale diritto, assegna direttamente alla singola istituzione scolastica l’offerta formativa dello Stato, per adattarla alle situazioni concrete, giammai cede né ai privati, né agli Enti pubblici, la propria essenziale funzione statuale“. 

Lo sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, commentando con l’Adnkronos l’ipotesi cui starebbe lavorando la Regione Emilia Romagna di investire nei prossimi mesi una cifra importante (che potrebbe aggirarsi sui 4 milioni di euro) per ‘prolungare’ la scuola oltre la metà di giugno.

Purtroppo – afferma – il titolo V del 2001, che consente, su alcune materie, la competenza concorrente ha aperto ripetutamente ad invasioni di campo, particolarmente accentuate per la vera o presunta assenza della politica ministeriale. Pertanto la responsabilità dell’offerta formativa e del diritto allo studio, è in capo alle singole Istituzioni scolastiche nell’ambito delle sue articolazioni ministeriali. Le Regioni, se vogliono utilizzare risorse aggiuntive, lo possono fare con apposite convenzioni, senza invasioni di competenza che nascono dalla volontà di interessi particolari e non generali“.

Le ferite lasciate dal sicuro danno della DaD – evidenzia Turi – le deve curare chi ne ha competenza e capacità, che sono ben presenti nel sistema scolastico italiano che è in grado di svolgere il proprio lavoro, contando su fior di professionisti in grado di diagnosticare e curare le ferite, così come succede nel campo sanitario, ma la politica pare impazzita e per la ricerca di consenso ne inventa sempre una nuova“.

La scuola – conclude segretario generale della Uil Scuola – ha bisogno solo di risorse e fiducia, le regioni possono dare le risorse, le diano, ma la fiducia deve essere della comunità nazionale in cui anche le regioni si dovrebbero ritrovare“.

L’Emilia Romagna pensa a prolungare la scuola oltre metà giugno. Gissi (Cisl): “Idea interessante”

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