In Campania 124 scuole senza Dirigente, andranno a reggenza: “manca copertura nelle aree più fragili”. I dati ufficiali
“Il nostro Presidente del Consiglio, a fine luglio, ha manifestato la sua soddisfazione per il via libera dell’Europa alla cosiddetta ZES, Zona Economica Speciale, con cui rilanciare l’economia del Sud Italia e ridurre il divario che l’Europa ci contesta, tra il Nord e il Mezzogiorno d’Italia. E proprio in quei giorni abbiamo letto articoli e sentito commenti sui risultati INVALSI che disegnano questo divario anche e soprattutto, in termini di dispersione scolastica, implicita ed esplicita”. Esordisce così, entrando subito nella questione, la professoressa Annamaria Conti, una DS campana, per il quarto anno consecutivo in servizio nel Lazio.
Le misure organizzative per l’avvio del nuovo anno scolastico
Nel mese di agosto, in preparazione del prossimo anno scolastico, si stanno attuando tutte quelle misure che servono a delineare la struttura organizzativa della scuola italiana e che riguardano tutto il personale scolastico, compresi i Dirigenti: pensionamenti, movimenti regionali e interregionali, nuove immissioni in ruolo, reggenze. E allora viene fuori che in Campania, a fronte dell’immissione dell’ultima coda di graduatoria del 2011, per i Dirigenti scolastici ci sono ZERO posti per i trasferimenti interregionali e ZERO posti per le nuove immissioni da graduatoria 2017. “Il nuovo Dimensionamento scolastico stabilito secondo quanto disposto dalla Legge di Bilancio impone un drastico taglio del numero di Istituzioni scolastiche, a partire dal 2024/2025, ma già da questo 23/24, in fase propedeutica, l’USR tiene conto della futura diminuzione al fine di non produrre perdenti posto” sottolinea la DS professoressa Annamaria Conti.
Le reggenze campane: in allegato il file delle reggenze
Cosa significa tutto ciò? Una risposta la fornisce Annamaria Conti: “In Campania per questo anno scolastico ci saranno ben 124 reggenze, cioè 124 scuole che non hanno Dirigente scolastico e vengono affidate “in reggenza” a un Dirigente titolare in altra Istituzione scolastica. Tutte scuole “sottodimensionate”? Assolutamente no. Istituti di ogni ordine e grado che, in alcuni casi ormai da molti anni, vengono gestiti “a distanza”, magari con una sola presenza alla settimana, se possibile, da Dirigenti che devono dividersi e barcamenarsi tra mille incombenze didattiche e burocratiche. Dove accade tutto questo? Nelle aree più fragili e più in difficoltà della regione: delle 24 scuole ad Avellino, 15 sono nei comuni dell’Alta Irpinia, dove ci sono scuole che resteranno certamente senza Dirigente; nel Beneventano sono tutte sedi in piccoli centri urbani; a Caserta sono le scuole del litorale e dell’Alto Casertano; a Napoli sono le isole ma anche i Comuni con profondo disagio economico e sociale; ed infine a Salerno con ben 38 scuole in reggenza, in Costiera e in Cilento”.
Di quali scuole campane parliamo
Si tratta per la maggior parte di scuole del primo ciclo, quasi sempre con un numero elevato di plessi, dispersi nel territorio. Incalza la DS Conti, anche a nome dei numerosissimi Ds campani sparsi in Italia “quindi a soffrire non saranno 124 scuole, ma ben 248, perché un Dirigente, seppur capace e dinamico, non può garantire presenza e attenzione a due scuole contemporaneamente. E se in periodo di Covid è stato complicato, oggi con PNRR e altre mille incombenze, non è certamente una passeggiata”.
La governace della scuola
Chi ne paga le spese? Una scuola a cui manca una governance, può sopravvivere ma certamente non progredire. Parliamo di gestione della didattica, della organizzazione funzionale e amministrativa; parliamo di sicurezza, di privacy, di inclusione, di progetto e visione. Sottolinea la DS Conti che “Ci sono oltre 200 Dirigenti scolastici campani in esilio in tutto il territorio nazionale. Professionisti che da almeno 3 anni, alcuni ormai da 5, mettono la loro competenza al servizio di territori che non conoscono, portano le “scuole del Nord” a quei bei risultati INVALSI, tanto decantati. Persone che hanno lasciato casa e famiglia e vedono i loro figli frequentare scuole in cui non c’è il Dirigente, che spendono buona parte del loro “faraonico” stipendio in affitti, bollette e viaggi. Persone come la Dirigente Cecilia Maria Colombini residente a Calitri (Avellino) il cui Istituto Comprensivo è in reggenza da SEI ANNI, ormai al quinto anno di servizio in Abruzzo, o come la Dirigente Maddalena Di Muccio residente ad Alife (Caserta) con l’IC Ailano in reggenza ad 8 km di distanza, titolare da quattro anni a Milano. E così via. Un esercito di Dirigenti, già pronti e con esperienza, che rende superfluo indire un eventuale nuovo Concorso regionale in Campania, il cui trasferimento da regioni come il Lazio, l’Abruzzo o la Toscana, renderebbe possibile il rientro di altri colleghi con un effetto domino. E allora a cosa serviranno queste azioni europee per le tanto decantate ZES? Come si può pensare di creare opportunità di crescita economica di un territorio se non la si accompagna con una crescita sociale e culturale? A cosa serviranno le grandi opere se non si formano opportunamente le risorse umane tecniche per gestirle?”.
Il nuovo dimensionamento, la digitalizzazione, e la gestione della scuola
“Il nuovo dimensionamento scolastico è un altro colpo alle fondamenta della scuola italiana. Non servono miliardi di attrezzature digitali, miliardi di fondi per corsi di formazione o attività extracurricolari” Puntualizza la DS Conti. Una scuola ha bisogno di professionalità educative e gestionali, ha bisogno di classi con pochi alunni, ha bisogno di tessere rapporti con il territorio, con la cultura e l’economia del territorio. La DS Conti puntualizza come “Un altro effetto di questo meccanismo di tagli sarà la creazione di “mostri” scolastici con 1200/1500 alunni, frutto di accorpamenti forzati su territori vasti e disomogenei. Perché, se il dato da raggiungere è un numero, la media aritmetica di 900 alunni per istituto su territorio regionale, gli accorpamenti non potranno tener conto delle caratteristiche del territorio o delle necessità didattiche e chi ne pagherà le spese sarà il livello di attenzione alla formazione dei cittadini campani. E in questo meccanismo di tagli, non saranno solo i Dirigenti a diminuire, ma anche il personale scolastico, le segreterie innanzitutto e i collaboratori scolastici. Scuole da 1000 alunni divisi in innumerevoli plessi dispersi nel territorio avranno una sola segreteria e il numero di assistenti amministrativi e di collaboratori scolastici deriverà, anche quello, da un semplice calcolo aritmetico”.
Il divario Nord-Sud
La crescita del Sud, la riduzione del divario con l’avanzato Nord, passa dalla Scuola. Non si può pensare di far progredire un territorio senza prevedere una misura che coinvolga l’istruzione. In questa programmazione “speciale” dovrebbe trovare posto una revisione dei criteri del dimensionamento scolastico e un riequilibrio delle risorse umane esistenti, per la realizzazione di condizioni consone al raggiungimento degli standard europei.
Grafico a cura del Centro studi Orizzonte scuola, su dati USR Campania