In busta paga fino a 3.900 euro in più ai docenti innovatori (aumenti del 10%), Gavosto: “Apriamo la strada ai migliori laureati”. Cosa sta succedendo a Trento?
Confronto acceso sul DDL 176 dell’assessore all’Istruzione del Trentino, Mirko Bisesti che punta a introdurre la carriera nella scuola regionale, introducendo nuove figure per quei docenti che adottano metodologie innovative per il successo formativo degli studenti, coordinano attività di orientamento, inclusione e lotta alla dispersione scolastica e promuovono la formazione continua. Previste tre nuove figure: i docenti esperti, i docenti ricercatori e i docenti delegati all’organizzazione.
Cosa dice il DDL
Il disegno di legge in questione si applicherebbe ai docenti in servizio presso le istituzioni scolastiche provinciali e propone l’istituzione di tre nuove figure professionali: i docenti esperti, i docenti ricercatori e i docenti delegati all’organizzazione.
Ai docenti esperti sarebbe affidato il coordinamento della didattica, il potenziamento dei percorsi di orientamento e la personalizzazione dell’insegnamento. I docenti ricercatori, invece, avrebbero il compito di sviluppare progetti specifici, anche a lungo termine, per migliorare e innovare l’offerta formativa. Infine, ai docenti delegati all’organizzazione sarebbe assegnato l’incarico di collaborare direttamente con il dirigente scolastico per le attività organizzative.
La riforma prevede che nelle scuole trentine siano presenti, a regime, 1320 docenti esperti, 215 docenti ricercatori e circa 215 docenti delegati all’organizzazione. Questi numeri rappresentano circa il 40% dei docenti di ruolo con almeno 5 anni di servizio nelle scuole statali o a carattere statale, anche in posizione non di ruolo. Tuttavia, l’attuazione progressiva della riforma richiederà diverse fasi concorsuali. Il costo complessivo della riforma è stimato intorno ai 10 milioni di euro.
La progressione verso tali nuove figure avverrà tramite concorso, evitando di scaricare la responsabilità di scelta sui dirigenti scolastici. Questo è uno dei punti più discussi da anni.
Il dibattito
Nelle scorse settimane, come riporta il quotidiano Adige, si era espresso in maniera positiva sul ddl Bisesti Paolo Pendenza presidente dell’associazione dei dirigenti scolastici.
Maurizio Freschi, presidente della Consulta provinciale dei genitori, ha invece bocciato il ddl perché a suo giudizio sposta i migliori insegnanti dalle aule all’organizzazione, riducendo la qualità dell’insegnamento per gli studenti.
Oggi in Commissione, tra gli altri, nell’ambito delle audizioni, è intervenuto il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto che ha presentato le due concezioni esistenti sulle carriere dei docenti: la prima è legata agli scatti di anzianità, l’altra invece vede abbinati ai livelli selettivi ruoli di maggiore responsabilità, crea insomma nella scuola una struttura gerarchica. Una scelta maggiormente condivisa dalla Fondazione, quest’ultima.
“Nelle scuole esistono – ha detto Gavosto – tre categorie, le strutture di coordinamento generale, le figure di sostegno alla didattica e responsabili dell’offerta formativa. Alle scuole servono figure intermedie tra dirigenti e docenti, un vuoto nella natura organizzativa delle scuole italiane a cui si sopperisce con un incarico in molti casi a rotazione“.
In secondo luogo, ha aggiunto, il ddl apre la strada ai migliori laureati che hanno voglia di impegnarsi di più e raccogliere una sfida di un percorso di carriera. Oggi, infatti, ci sono seri problemi di reclutamento dei docenti soprattutto per le materie scientifiche, ha ricordato Gavosto. Il ddl 176 risponde insomma agli obiettivi, ha affermato riassumendo brevemente le competenze dei nuovi ruoli di docenti esperti, docenti ricercatori e docenti delegati all’organizzazione. Un meccanismo a suo dire lineare, ben delineato.
Poi il riferimento alle indennità aggiuntive: per i docenti esperti 3.900 euro all’anno (10% della retribuzione media); il 25% della retribuzione media della provincia per il docente ricercatore. Per i delegati all’organizzazione la retribuzione sarà analoga.
La promozione può avvenire secondo due strade, ha spiegato quindi Gavosto: decidendo di promuovere un tot di docenti oppure, ed è la strada che ha raccomandato, si può creare una commissione esterna che valuti le candidature considerando gli aspetti della presenza di competenze didattiche avanzate, di giudizio di colleghi e dirigenti e di competenze personali (ad esempio il problem solving). In questo modo si promuoverebbe ogni anno chi merita di essere promosso senza imporre quote fisse.