“Imparare a programmare”: i robot aiutano i bambini con difficoltà di apprendimento, disabilità e autismo. Un esempio di UdA per la Primaria

Molti bambini con disturbi dello spettro autistico, giornalmente, lottano contro quello che, in molte realtà italiane e del mondo, purtroppo, è l’ancoraggio indiscriminato all’insegnamento tradizionale. Pertanto, le scuole, alla luce dello sviluppo delle nuove tecnologie e della poliedricità delle proposte, sono alla ricerca di nuovi modi per sfidare l’insegnamento che per secoli è stato immutato e, talvolta, è rimasto ancorato a vecchi cliché. Tecnologie innovative, come i robot, stanno crescendo in domanda con la finalità di aiutare gli studenti con autismo o altri bisogni educativi speciali a vincere le sfide, talvolta complesse, della vita. Si è alla ricerca di nuove tecnologie assistive da integrare nell’insegnamento: come il caso del robot umanoide che è diventato, in alcune scuole pilota nel mondo, parte della loro vita, come nel caso brillante dell’Istituto Tecnico Economico e Tecnologico “Girolamo Caruso” di Alcamo, guidato magistralmente dalla professoressa Vincenza Mione, dirigente scolastico che si è sempre contraddistinto per capacità innovative, manageriali e gestionali. Ma quale è stato l’impatto che hanno già avuto sugli studenti, aiutandoli a impegnarsi e imparare?
I robot aiutano i bambini con difficoltà di apprendimento, disabilità e autismo
La pandemia di Covid-19 ha reso difficile, per molte persone, avere interazioni sociali. Anche se molte scuole hanno avuto la possibilità di mantenere le loro funzioni, avere un robot ha aiutato ancor di più e meglio gli studenti a evitare di isolarsi socialmente. L’obiettivo del suo utilizzo è stato ed è quello di accrescere le opportunità di apprendimento degli studenti e migliorare il loro benessere mentale, in un momento storico in cui esso è fondamentale. Le emozioni semplici e di facile comprensione, nonché la natura prevedibile del robot, fanno parte del successo e dell’impatto positivo dei robot sui bambini e sugli adolescenti con disabilità, autismo o altri bisogni educativi speciali. Una vera rivoluzione, impensabile solo fino a qualche anno fa.
Tecnologia innovativa per l’apprendimento in classi di istruzione speciale
Ci sono scuole che, grazie ad una spiccata declinazione dell’autonomia, ma anche, come nel caso della scuola guidata dal dirigente scolastico professoressa Vincenza Mione, sono riusciti a fornire un supporto personalizzato ad alunni con diversi livelli di difficoltà di apprendimento, disabilità, bisogni di salute complessi o autismo. Lo hanno fatto con un robot, grazie al potere che la tecnologia è riuscita a ritagliarsi nelle classi.
Il robot abbatte immediatamente le barriere nell’insegnamento
Già dal primo incontro che il robot ha con uno studente, i docenti possono vederne l’impatto. Uno studente che lotta fortemente con le difficoltà sociali e ha problematicità con lo stabilire un contatto visivo nell’interazione umana con il personale scolastico, ha, certamente, beneficio entrando in contatto con un robot. Quando questo studente incontra un robot, immediatamente, inizia a interagire con lui. Anche dopo la sessione con il robot, questo studente acquisisce una maggiore sicurezza nello stabilire un contatto visivo. L’alunno rimane colpito dal modo in cui il robot potrebbe infrangere la barriera che alcuni bambini potrebbero incontrare nel coinvolgimento e nell’interazione con altre persone.
Modi in cui la tecnologia assistiva offre ampie opportunità nell’istruzione
Bambini e adolescenti con autismo sono molto interessati alla tecnologia. È incoraggiante ed eccitante il verificare che il robot funzioni come perno di attenzione sociale. In pratica, questo significa che il robot è un punto di interesse condiviso. Il robot funge da punto di attenzione congiunta tra un bambino e il suo educatore. Il robot è prevedibile come qualsivoglia oggetto tecnologico, grazie anche alla sua natura. Ecco alcuni modi in cui la tecnologia assistiva come un robot è in grado di offrire ampie opportunità nell’istruzione.
Gli studenti mostrano più coinvolgimento e concentrazione e imparano di più
Tutti gli studenti, in un ambiente di insegnamento tradizionale, lottano per impegnarsi in classe, lottano con le difficoltà a stabilire un contatto visivo e per assicurare un elevato standard di concentrazione. In modo schiacciante, gli studenti interagiscono bene con il robot. Il robot aiuta gli studenti a concentrarsi, impegnarsi e imparare di più. La maggior parte degli studenti non vede l’ora di lavorare con il robot. Nel complesso, gli studenti rispondono molto bene alla relazione empatica con i robot. Per gli studenti, il robot è uno strumento per aiutarli a concentrarsi e impegnarsi, e attraverso questo imparare di più.
Migliorare la capacità di comunicare
Man mano che gli studenti imparano ad avere interazioni faccia a faccia con il robot, è più facile per loro condividere il loro spazio sociale con altri esseri umani. Questo aiuta a impegnarsi in una maggiore comunicazione con gli assistenti (docenti o altri compagni) che azionano i robot. Il robot aumenta il coinvolgimento tra lo studente e il personale. Ad esempio, gli studenti ascoltano di più le istruzioni, dato il contatto visivo con i loro assistenti e hanno una maggiore capacità e durata nel concentrarsi su compiti o serie di istruzioni.
Più come un insegnante, per diventare più indipendenti, che come uno strumento
Il robot è un mezzo per apprendere meglio le abilità sociali. La dipendenza dal robot non è un problema, come a volte accade quando usano i tablet nell’insegnamento. Il motivo è che, come robot umanoide, gli studenti percepiscono i robot più come un insegnante che come uno strumento. Nelle scuole dove sono in uso, i docenti vedono aumentare il benessere degli studenti e le possibilità di diventare più indipendenti con l’uso della tecnologia.
Robot aiuta a trasferire gli apprendimenti nella vita di tutti i giorni
Molti degli studenti si impegnano molto più a lungo con il robot rispetto alle interazioni faccia a faccia. Gli studenti risultano essere molto disponibili a partecipare alle attività. Mentre gli studenti si impegnano con il robot, i docenti registrano la modalità con la quale vengono trasferite le abilità apprese al di fuori delle sessioni del robot.
Il robot crea opportunità di apprendimento che non si trovano da nessun’altra parte
La prevedibilità del robot, il fatto che sia ripetitivo e immutabile, rimuove molte delle barriere che potrebbero esistere per l’apprendimento dello studente. Il robot offre opportunità di apprendimento per gli studenti. Nel complesso, il feedback sia dei familiari degli studenti che del personale docente è stato molto positivo.
La voce del bambino del robot è rassicurante e supporta il coinvolgimento
Molti robot hanno la voce di un bambino; ciò è molto rassicurante per gli studenti. La voce del bambino fa sì che gli studenti sentano meno il bisogno di impegnative interazioni sociali, il che li aiuta a interagire con il robot.
La tecnologia innovativa rimuove le barriere nell’apprendimento
L’Istituto Tecnico Economico e Tecnologico “Girolamo Caruso” di Alcamo, diretto magistralmente dalla dirigente scolastico professoressa Enza Mione, si è dotato di due robot umanoidi grazie al progetto “Laboratorio didattico interattivo e virtuale a supporto dei bambini con disturbi dello spettro autistico” finanziato dall’Unione Europea e Regione Siciliana Assessorato dell’Istruzione e della Formazione Professionale Dipartimento dell’Istruzione, dell’Università e del Diritto allo studio. L’ITET “Girolamo Caruso” di Alcamo si conferma punto di riferimento del territorio anche nel supporto alle famiglie e alle associazioni che si occupano di aiutare i Bambini e Ragazzi con Bisogni Educativi Speciali, puntando sulla formazione e sensibilizzazione del personale docente e non docente interno ed esterno all’Istituto e la sperimentazione e l’attuazione di strategie e metodologie didattiche innovative orientate ai bambini con autismo. Grazie a questa nuova strumentazione sarà possibile formare con nuove metodologie didattiche interessati e accattivanti gli alunni e nello stesso tempo essere un punto di riferimento per professionisti e famiglie. Il progetto è realizzato in collaborazione tra la L’ITET “Girolamo Caruso” di Alcamo, L’Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica IRIB-CNR di Messina, CEFORMED S.r.l. CEntro di FORmazione MEDiterraneo per lo sviluppo SRL di Mazara del Vallo, l’Associazione Centro Ricerca Innovazione Tecnologica Informazione Comunicazione e Alta formazione, Il Comune di Castellammare del Golfo, l’Associazione “I Girasoli” Onlus di Alcamo, La Fondazione ITS Emporium del Golfo di Alcamo diretto dal professore Enzo Giuseppe Munna.
Unità di Apprendimento “Imparare a programmare” per la Primaria
L’Unità di Apprendimento “Imparare a programmare”, per alunni di classe IV della Primaria, nasce per “portare portare avanti, in via sperimentale, un percorso didattico incentrato sul “coding” o linguaggio di programmazione attraverso attività specifiche on line e unplugged proposte dalla piattaforma “Programma il futuro” gestita dal MIUR e dal CINI. Mediante il gioco, i bambini saranno guidati ad acquisire i concetti base dell’informatica e del linguaggio di programmazione, a utilizzare strategie di problem solvin in un’ottica collaborativa e a condividere un artefatto creativo”. L’UdA – stilata dai bravissimi docenti Costanza Angius e Alessandra Deriu dell’Istituto Comprensivo Statale “Li Punti” di Sassari, diretto dal dirigente scolastico Dott.ssa Maria Pia Teresa Useri – ha sottolineato che le docenti delle classi coinvolte, Angius Costanza e Deriu Alessandra per la 4^ D, e Sechi Annalisa e Secchi Franca per la 3^ E, tenteranno, attraverso la sperimentazione, di definire una sorta di curricolo per il coding, competenze, abilità, conoscenze che allo stato attuale non sono presenti nel curricolo digitale cui l’Istituzione Scolastica fa riferimento.
21.05.2022 – allegato – UDA-CODING