Immissioni in ruolo, gli idonei fantasma non tolgono nulla ai vincitori del concorso, verranno sempre dopo di loro. Lettera
Non perché voglio ne nasca una diatriba o altro, ma mi sento in dovere di rispondere alla lettera del Sig. “X” (probabilmente in risposta alla mia del 14 settembre) perché credo sia stata da costui mal interpretata, vuoi per il fatto di essere un tieffino o un vincitore al momento senza “coppa”.
Ci tengo, infatti, a precisare che la mia lettera, indirizzata all’On. Pres. Renzi, non voleva affatto essere un atto di accusa nei confronti di quanti hanno frequentato il TFA o sono stati bocciati al concorso (con tutto il rispetto per costoro)…ma, se è pur vero, e sottolineo giusto, che noi, “idonei fantasma” non possiamo avere gli stessi diritti dei vincitori, non vedo perché, comunque, dobbiamo essere equiparati a chi questo concorso non lo ha superato o neanche sostenuto. In fondo cosa stiamo chiedendo? Che non ci venga negata la “speranza di sperare” , per i prossimi 3 anni, quanto meno in uno scorrimento di graduatoria…sì, proprio in quella dove è giusto che stiamo ANCHE NOI, sicuramente DOPO DI VOI ma pur sempre CON VOI, senza sottrarre posti a nessuno.
Calzante, comunque, la metafora del campionato di calcio…perché, come in ogni partita, purtroppo, sappiamo benissimo che la vittoria non è determinata solo dalla bravura del calciatore, ma subentrano ben altre componenti, prima fra tutte la fortuna, allo stesso modo non può essere uno o due punti in meno (dovuti magari alla fortuna di aver sorteggiato un argomento piuttosto che un altro, o risposto ad una domanda invece che ad un’altra) a discriminare un docente, specie se poi questo determina la sua presenza o meno in una graduatoria che, invece, ci spetta di diritto… Ricordo, inoltre, al gentile collega che esordiva dicendo “siate docenti”…ma magari lo fossimo!
Se solo ce lo permettessero…! Peccato che nel campionato c’è in gioco una coppa, qui c’è in gioco il futuro di centinaia di docenti come me qualificati, abilitati e soprattutto IDONEI al pari di tutti gli altri.
Emilia Cavallaro