Immissioni in ruolo e supplenze, Valditara: “Il precariato è endemico, strutturale al sistema. Ho chiesto all’Europa maggiore flessibilità sul reclutamento”

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Si alza il sipario su un nuovo anno scolastico, tra entusiasmo per le novità in arrivo e la consapevolezza di sfide ancora aperte. A fare il punto della situazione, dalle pagine de La Stampa, è il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che traccia un bilancio tra luci e ombre.

Tra le iniziative di punta, Valditara cita la riforma del sistema tecnico-professionale, con l’avvio sperimentale del modello 4+2, pensato per offrire una formazione più moderna e al passo con le esigenze del mondo del lavoro. Si punta inoltre a rafforzare la figura del docente, con l’introduzione a pieno regime del docente tutor e del docente orientatore, figure chiave per accompagnare gli studenti nelle loro scelte formative e professionali. A settembre, annuncia il ministro, sarà lanciato un grande piano per l’orientamento, a conferma della centralità di questo tema.

Non mancano poi interventi che hanno fatto molto discutere, come il divieto di utilizzare i cellulari in classe, il ritorno al diario cartaceo e le norme contro i diplomifici, misure che mirano a ristabilire un clima di maggiore concentrazione e rigore all’interno delle scuole.

Tuttavia, a preoccupare sono soprattutto i numeri del precariato, una piaga endemica del sistema scolastico. Valditara ammette che, pur essendo stati banditi concorsi per 70mila docenti, restano ancora molti posti vacanti. Il ministro spiega che questo limite è dovuto agli accordi presi con l’Europa per l’erogazione dei fondi del Pnrr, che impongono regole molto rigide in materia di assunzioni. “Ho chiesto al ministro Fitto di portare alla Commissione Ue la richiesta di una maggiore flessibilità”, dichiara Valditara, sottolineando come le attuali regole impediscano di fatto di dare una risposta efficace al problema del precariato.

Altro tema caldo è quello della dispersione scolastica, che colpisce anche le regioni del Nord. Per contrastarla, il ministro annuncia lo stanziamento di 225 milioni di euro per le scuole situate in contesti più problematici, individuati dall’Invalsi.

Spazio, infine, ad Agenda Sud e Agenda Nord, due piani strategici per potenziare il sistema scolastico nelle aree del Paese con maggiori difficoltà. Tra gli obiettivi, l’incremento dei fondi per le mense scolastiche e il tempo pieno, due aspetti cruciali per garantire pari opportunità a tutti gli studenti.

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