Il 15enne ucciso la sera del 24 ottobre da un proiettile alla schiena, il suo banco è ancora lì “e non si tocca, è ancora tra noi”

Dopo l’avvio con l’Istituto Antonio Ferraioli lo scorso dicembre, la realizzazione del Punto Ascolto alla scuola Scudillo dei Colli Aminei e l’incontro con gli studenti del Liceo Umberto a Chiaia, il Progetto PARLA (Prevenzione su Aggressività, Rischi, Legalità e Abusi), ideato dalla Fondazione I Figli degli Altri, presieduta dalla psicologa e psicoterapeuta Rosetta Cappelluccio, è arrivato questa mattina nel cuore del rione Sanità.
Un banco che non si tocca
“Qui andava a scuola Emanuele Tufano, il 15enne ucciso la sera del 24 ottobre scorso mentre era in giro con gli amici, freddato da un proiettile alla schiena, – ricorda Cappelluccio – i suoi compagni di classe ci hanno spiegato che il suo banco è ancora lì, che non si tocca: c’è la sua foto sopra, è ancora tra loro”. “È proprio in scuole come questa, in quartieri difficili come questo, dove la criminalità è sempre dietro l’angolo, che ha ancora più senso il nostro lavoro”.
I pericoli delle baby gang e delle chat di adescamento
Con le ragazze del biennio prima e con i ragazzi delle classi superiori poi, la Fondazione ha parlato delle baby gang e delle chat di adescamento: fenomeni preoccupanti che coinvolgono sempre più giovani di età compresa tra i 12 e i 18 anni. “L’adescamento su internet – spiega Cappelluccio – sfrutta la vulnerabilità degli adolescenti per manipolarli e coinvolgerli in attività rischiose; mentre le baby gang alimentano comportamenti violenti e antisociali tra i minorenni. Non è un caso se oggi abbiamo scelto di iniziare dalle ragazze; perché se prima appartenere a una gang era appannaggio maschile, adesso anche le giovani adolescenti chiedono di entrare nelle baby gang”.
Ragazze speciali e fiducia conquistata
“E di sicuro quelle del plesso Moda appartenente all’Istituto Superiore Della Porta/Porzio Colosimo sono ragazze davvero speciali, particolarmente sensibili – spiegano gli insegnanti – e inizialmente molto chiuse; ma se ti fai apprezzare, se conquisti la loro fiducia e se ti poni, davanti ai loro occhi, senza filtri e senza bugie, allora ottieni non solo il loro rispetto ma anche la loro stima. Un senso di protezione, che è nel DNA dei quartieri più difficili: quartieri dove la delinquenza e la criminalità bussano alla porta di casa, ma dove, se riesci a tirarlo fuori, sa emergere il talento e la creatività.”
Talento e creatività in primo piano
In questo Istituto, con più plessi e molti indirizzi, dalla moda al turistico, fino al geometra e all’artistico, la creatività la senti con mano, la vedi tra le fila dei banchi e la cogli negli occhi lucenti e vivaci dei ragazzi, che si impegnano, si ingegnano e intravedono un mestiere per il loro futuro. Come Giovanni (nome di fantasia), che nel laboratorio di costruzioni realizza ponteggi, assemblando cannucce, per un finto palazzo costruito dai compagni, o come le ragazze che hanno seguito le parole delle psicologhe della Fondazione e che, con la stessa schiva naturalezza, si trasformano in stiliste e modelle per un giorno, sfilando a scuola con vestiti bellissimi, realizzati per una kermesse scolastica d’eccezione.
Laboratori di moda e il Punto Ascolto
“Sì, la scuola da noi è anche questo – spiegano i professori – Nei nostri laboratori di moda, le studentesse più grandi partono dai bozzetti che loro stesse disegnano e realizzano abiti utilizzando anche la tecnica del moulage, che consente di creare vestiti direttamente sul manichino”. Ed il risultato è davvero sorprendente.
Anche per questi studenti è attivo il Punto Ascolto della Fondazione I Figli degli Altri: “Perché – conclude la presidente – se è difficile a 15 anni vivere con il ricordo di un compagno ucciso per errore, è altrettanto difficile decidere di raccontarsi o di chiedere aiuto”.