Il vincolo quinquennale dei trasferimenti gioca con la vita dei docenti. Lettera

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Inviato da Filomena Pinca – Il vincolo quinquennale introdotto dall’articolo 1, commi 17-octies e 17-nonies della legge n.159/2019 viola il principio di uguaglianza sostanziale, parità di trattamento, ragionevolezza.

I docenti però sono dei professionisti e hanno delle responsabilità – ha tuonato la senatrice Granato dalla sua pagina Facebook – a proposito di tale blocco fortemente voluto dai 5 Stelle.

Mi pare che in questi mesi tutti gli insegnanti precari e di ruolo lo abbiano ampiamente dimostrato, districandosi nella matassa dei “se, ma, forse, qualora, ecc.” della ministra Azzolina e dei suoi collaboratori poco pragmatici. Non posso quindi dire altrettanto dei nostri governanti. Non sono professionisti della politica nel senso aristotelico, ma dilettanti allo sbaraglio che giocano con le nostre vite, esattamente come fece Renzi, girando la ruota della fortuna (lex 107) nel 2015 per soddisfare il suo egocentrismo.

Quando erano all’opposizione i 5 Stelle avevano denunciato il malfunzionamento della procedura assunzionale e della successiva mobilità straordinaria, ora siamo al “lo sapevate”; si ergevano a paladini della legalità, ma una volta acclarato sul fronte giudiziale il sovvertimento delle graduatorie e il capovolgimento del merito da loro stessi tanto decantato, sono diventati novelli Ponzio Pilato; promettevano l’assunzione secondo i dettami europei, adesso sono degli smemorati di Collegno; condannavano la “buona scuola”, lo strapotere dei dirigenti scolastici e hanno nominato un futuro DS all’Istruzione.
Parlano tanto di meritocrazia, ma cosa s’intende esattamente per merito? Aver superato un concorso? Aver preso la laurea? Essere diventato deputato? Chi ha deciso dunque che ci sono i cittadini meritevoli e quelli non meritevoli? Forse chi è indietro nella scala sociale “se l’è meritato” e chi detiene dei privilegi, li ha perché li merita?

Giudicare il merito sulla base dei risultati ottenuti, mi pare assai discutibile, considerato che entrano in gioco tante variabili ogni qualvolta si creano discrezionalità. Abbiamo recentemente assistito allo scandaloso concorso DS annullato dal Tar Lazio con commissari ubiqui, fughe di notizie, software impazziti durante la prova scritta, dispositivi elettronici utilizzati dai candidati, voti emessi prima della correzione, punteggi inventati ecc. e qualcuno parla in TV si merito…

Per quanto concerne le responsabilità, voglio solo rammentare che la ministra, assunta scientemente a Biella come da lei stessa dichiarato per aver studiato a tavolino la provincia in cui passare di ruolo, non ha subito il vincolo quinquennale sul sostegno, perché dal 2015 a marzo 2018 si trovava in aspettativa e poi è diventata parlamentare. Pure la senatrice Granato non ha conosciuto vincolo quinquennale territoriale e professionale, in quanto al momento della sua assunzione vigeva il comma 3 dell’art.399 del D.lgs 297/94, che ora è stato modificato con il D.L.126/2019, creando disparità di trattamento tra gli immessi in ruolo da una stessa procedura concorsuale (Gm2016 e Gmre2018) e GaE.

Ritengo dispotico e in spregio alla Costituzione che la nuova norma stabilisca l’inderogabilità da parte dei CCNL negoziati fra Ministero e le organizzazioni sindacali e che applichi il vincolo quinquennale alle assegnazioni provvisorie, provvedimenti legati ad esigenze di famiglia.
Ci aveva provato Matteo Renzi a “ingabbiare” i docenti, ma aveva fallito ed ora lo fa spudoratamente il “MoViMento”, disconoscendo se stesso.

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