“Il viaggio di Pulce Luce”, la nuova favola per bambini contro l’inquinamento

“Il Viaggio di Pulce Luce” (VJ Edizioni), la nuova favola per bambini del prof. Andrea Dimartino, racconta il viaggio della Pulce Luce, appunto, “uscita di casa per salvare il mondo dall’inquinamento”.
Rocambolesche avventure, nuovi amici, ma anche il coraggio di affrontare le proprie paure sono il filo con cui l’autore tesse la trama del viaggio della protagonista, “una pulce molto coraggiosa – racconta il prof. Di Martino – che, con in testa un berretto magico, regalo del suo migliore amico Bruco Arturo, uscirà dalla sua comfort zone per affrontare nuove sfide. Durante il viaggio incontrerà nuovi amici, dai quali si sentirà sostenuta, ma dovrà fare i conti anche con le sue paure, quelle che si provano quando si lascia il noto per l’ignoto. Pulce Luce parte digiuna del Mondo e torna a casa più bella (dentro) e più coraggiosa che mai” .
Tema centrale della favola è il cambiamento climatico e il ruolo che ciascuno, anche il più piccolo tra noi, può avere per fare la differenza. “Nel suo piccolo, Pulce Luce è convinta – racconta il prof. Di Martino – che basterà convincere Mucca Leccosa a liberare meno metano nell’aria e l’Uomo a bere meno latte: Pulce Luce non conosce l’obiettivo 13 dell’Agenda 2030! Ma ognuno di noi può contribuire a migliorare il mondo che abitiamo: il ruolo attivo passa attraverso la consapevolezza e si traduce in comportamenti quotidiani virtuosi”.
In questo senso, un ruolo centrale è quello della scuola “chiamata – spiega l’autore – a restituire la complessità del tempo che viviamo, a sorvegliare i confini del discorso democratico e ingaggiata nel cambiamento, perché democrazia è, per prima cosa, rispetto dell’altro e perciò anche dell’ambiente“.
Una favola che parla sia ai bambini che agli adulti: “le favole – conclude il prof. Di Martino – nella loro apparente semplicità, toccano temi che uno psicanalista junghiano non esiterebbe a chiamare archetipi. In tal senso il viaggio di questa simpatica Pulce è emblematico perché ci dice che solo esplorando il mondo si può comprendere meglio noi stessi e gli altri”.