Il valore del Cooperative learning

Dopo il periodo di pandemia, che ha messo in ombra molteplici aspetti della nostra vita scolastica quotidiana, si ritorna a lavorare in gruppo. Durante la fase pandemica ogni docente ha dovuto rivisitare le proprie metodologie per contrastare la diffusione del virus, ma nel contempo ha cercato sempre di non perdere mai di vista il valore dell’apprendimento. Indubbiamente, il distanziamento richiesto dalle norme anti-covid e la nuova regolamentazione degli spazi ha interferito sulle percezioni interpersonali, poiché lo spazio rappresenta per gli alunni il primo fattore di “mediazione”di relazioni e concetti.
Dilatando o restringendo lo spazio muta la percezione dei rapporti interpersonali. L’aula scolastica ha sempre rappresentato quel prezioso contenitore che determina e custodisce le relazioni fra i pari.
Dopo quasi tre anni, sono ripartite le attività pratiche che si prestano al lavoro di coppia e di gruppo. La realizzazione di manufatti e addobbi natalizi ha messo nuovamente in moto il “fare scuola insieme”. L’interazione faccia a faccia senza la mediazione di uno schermo ci ha restituito la magia di guardarci negli occhi. Siamo tornati al contatto umano e allo sviluppo delle abilità sociali che sono alla base della cooperazione. Grazie al cooperative learning, gli alunni imparano a collaborare tra loro, attraverso la realizzazione di un semplice disegno, di un cartellone, di un collage, di una drammatizzazione, di un canto collettivo.
È nel lavoro di gruppo che s’impara a parlare a bassa voce per non disturbare gli altri, a svolgere il compito assegnato, a chiedere aiuto all’insegnante dinnanzi a una difficoltà e a sentirsi uguali. Ad ogni alunno vengono affidati piccoli incarichi differenti fra loro ma finalizzati al raggiungimento di un traguardo comune; i compagni di classe diventano una preziosa risorsa quando ci si aiuta a vicenda ed emerge il principio di sana emulazione, perché l’uno imita l’altro per spirito di collaborazione. La valorizzazione delle differenze rappresenta quindi il superamento delle barriere che spesso frenano il processo d’apprendimento.
Ogni docente ha una grande responsabilità perché deve vigilare costantemente sul processo formativo di ogni allievo, offrendo strumenti adeguati per organizzare contesti didattici ricchi e stimolanti per tutti. La pandemia ci ha insegnato come si possa lavorare in un setting diversificato che ci ha negato la vicinanza corporea, incentivando nei docenti la ricerca di connessioni attraverso tutti i campi del sapere e mettendo in campo un pluralismo di modalità di trasmissione di conoscenze, coniugate dall’esigenza del distanziamento fisico fra gli alunni, tenendo sempre conto della facoltà di saper gestire individualmente le proprie competenze.
La scuola resta la più grande comunità educativa. E’ suo il compito di rimuovere tutti gli elementi che ostacolano la promozione della persona e deve offrire, quotidianamente, elementi di facilitazione per superare ogni difficoltà. Perfino quelle derivanti da una storica pandemia.