l proiettile al preside, i raid notturni. Il valore condiviso nell’istruzione: un progetto per dialogare con genitori e alunni

Uno dei fattori più critici per il successo di qualsiasi partnership è l’allineamento degli obiettivi. E questo risulta assai più evidente e attuale quando ci si accorge che davanti ai grandi temi etici e morali, sociali e culturali, ci si divide e, peggio ancora, ci si combatte. Ma vediamo perché e vediamo per quale ragione, oggi, a soli pochi giorni dell’avvio dell’anno scolastico questo risulta assai più attuale della ricerca del miglior documento possibile da presentare e approvare al primo collegio dei docenti.
IDa nessuna parte questo è più vero che nell’istruzione. In classe, quando un insegnante e uno studente sono allineati su uno specifico obiettivo di apprendimento, avviene la crescita. Quando genitori e insegnanti sono allineati all’obiettivo di sostenere gli studenti, il potenziale di successo aumenta. Quando gli insegnanti, i presidi, gli amministratori comunali, provinciali e regionali e le altre parti interessate di un sistema scolastico sono allineati su obiettivi organizzativi ampi, la pietra angolare per il successo sistemico è a posto.
La condivisione degli obiettivi
È anche importante che quanti servono il settore dell’istruzione condividano gli obiettivi delle istituzioni scolastiche, partecipando attivamente a determinarli e, successivamente, a rispettarli e a farli rispettare. La creazione di valore condiviso è uno dei principi fondamentali. Ogni giorno le nostre scuole perseguono instancabilmente il loro obiettivo di preparare ogni studente all’università, alla carriera e alla cittadinanza, in primis: all’essere donna e uomo nel nostro Stato, in Europa e in ogni contesto mondiale.
È la passione condivisa di tutti i partner scolastici per il successo degli studenti che crea ciò che ritengo sia una rarità nel mondo: una relazione d’affari culturali e sociali, etici, in cui gli interessi e gli obiettivi di tutti gli attori, genitori, alunni, docenti, collaboratori scolastici, dirigenti, sindacati, associazioni studentesche, istituzioni (ad ogni livello) sono fondamentalmente allineati.
La relazione simbiotica e il proiettile
Questo allineamento crea una relazione simbiotica e ciò accade, parimenti e simultaneamente, negli ambienti educativi di tutto il mondo. Molto semplicemente, ciò accade all’interno di un sistema in cui tutte le attività sono volte a creare un ambiente culturalmente idoneo al successo degli studenti, dei nostri figli, di tutti i partner educativi. Solo così si raggiunge il successo scolastico, prima, e accademico, dopo. Inspiegabile risulta, dunque, lo scollamento successo ieri tra la scuola e il mondo reale. Il mondo della pandemia, delle instancabili fatiche per garantire un anno sereno, della molteplicità di documenti creati per non lasciare sola la scuola e, nella scuola, per non lasciare solo nessuno. Appare inspiegabile, e le parole non bastano a condannare l’accaduto, quanto successo al preside prof. Vincenzo Caico, una icona di dirigente scolastico, conosciuto ai molti, e non solo nella sua regione, naturalmente, per le grandi innovazioni tecnologiche della sua scuola, per i successi dei suoi alunni, per le sperimentazioni didattiche e pedagogiche.
Eppure, a Molfalcone, nel civilissimo Nord-Est italiano, il luogo simbolo dello sviluppo imprenditoriale e dell’innovazione, è accaduto pure questo: un proiettile avvolto nella circolare con la quale il dirigente scolastico invitava alla responsabilità civica e sociale davanti alla Pandemia e alla variante del virus e in prossimità dell’apertura dell’anno scolastico.
La lettera e le parole del buon senso
Scrivere, nella comunicazione del 4 agosto, la 605, con oggetto “Oggetto: Lettera del Dirigente alle studentesse, agli studenti e a tutta la comunità scolastica”: “Tornare alla normalità e consentire alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi di riprendere le fila di una crescita sana, all’insegna della socialità, dello sviluppo personale, della scoperta delle proprie attitudini e dei propri talenti, è un imperativo urgente.
Manca ancora poco più di un mese al ritorno a scuola. Pur nel rispetto della libertà di scelta di ciascuno, invito tutti a battere sul tempo il virus e vaccinarsi. Confidiamo nella scienza, quella vera, e nel dubbio o nella paura chiediamo consiglio al medico di famiglia o al pediatra.
Prevenire il virus, contribuire a fermarne la diffusione, mettersi in sicurezza è un dovere civico, un gesto di cura e responsabilità verso noi stessi e verso gli altri” non mi pare e non ci pare possa rappresentare, in questo momento storico delle responsabilità civica, un terreno sul quale costruire, addirittura, minacce e culture fortemente illegali. Ci sono auspici e forte tensioni umani, responsabilità amministrative e un grande senso del dovere che fanno del dirigente prof. Vincenzo Caico una forte icona nel panorama nazionale delle attese, forse troppo lunghe.
La filosofia del valore condiviso
Come scuola, e come persona, l’ingegnere Vincenzo Caico, dirigente scolastico del Liceo Buonarroti, che abbiamo più volte ospitato nella nostra rivista, ha abbracciato la filosofia del valore condiviso. Ha dato forma agli allineamenti di tutti gli attori esistenti della sua scuola e del territorio; ha generato benefici sociali e culturali sostenibili e a lungo termine per la nostra comunità nazionale; e ha contribuito a creare le strutture e i servizi che supportano la transizione da un ambiente di apprendimento statico basato sulla declinazione di programmi ad ambienti di apprendimento digitali e tecnologici più in sintonia con le esigenze degli studenti moderni. Quelli che amo chiamare i digital-social-future. Un insieme di valori su cui costruire percorsi irrinunciabili di comunità e che si sposa male con un proiettile avvolto nel più esemplare modo di condividere le preoccupazioni, le scelte e i percorsi da seguire.
Oggi, ancor di più, serve, in tutto il mondo, incorporare principi di valore condiviso nelle loro culture culturali e dell’istruzione, sociali ed economiche. I vantaggi sono evidenti ed un singolo proiettile di un idiota non può fermare la scuola della pacifica tolleranza, dell’inclusione, delle idee e dei diritti. Ancora più chiaro è il potenziale per miglioramenti a lungo termine dei nostri sistemi educativi e della nostra società sempre più globale.
Cultura che esprime valori e aspettative condivisi per studenti, docenti e personale
Ogni scuola ha una propria cultura che esprime valori e aspettative condivisi per studenti, docenti e personale. Un preside, come il dirigente scolastico prof. Vincenzo Caico, da l’esempio positivo agli altri poiché contribuisce a determinare un ambiente di apprendimento e insegnamento produttivo.
I valori fondamentali aiutano a comunicare la storia della tua scuola: la sua missione, gli standard e i risultati desiderati. Stabilire questi ideali fornisce le basi per costruire il tipo di atmosfera che vuoi promuovere. Questi standard offrono anche un modo di pensare quali filosofie educative o iniziative sostiene la tua scuola.
E poi il proiettile che, da dovunque arrivi, certamente stride contro questo modo appassionato di costruire percorsi, scelte, strategie e interventi formativi, prima di tutto.
I valori aiutano la comunità, raid notturni e proiettile distruggono, a Ficarazzi come a Monfalcone, ogni percorso civico e di cittadinanza
Valori fondamentali consolidati possono aiutare a rafforzare una comunità scolastica. Il proiettile distrugge ogni percorso civico e di cittadinanza. Come distrugge ogni percorso quanto accade regolarmente al preside Mario Veca, all’altra punta dell’Italia, la Sicilia. Preside in prima linea nella lotta alla mafia, alla criminalità, agli atteggiamenti che minano la crescita civica dei suoi alunni. Preside che nonostante la sua caparbietà manageriale, gestionale, metodologica e nonostante abbia voluto e sia riuscito ad intitolare il suo istituto al beato Giudice Rosario Livatino, in piena Ficarazzi, a due passi da Palermo, continua a dover lottare, talvolta sotto gli occhi indifferenti delle istituzioni, contro i raid notturni frequentissimi che danneggiano la sua scuola. I valori dovrebbero aiutare le comunità, ma necessario che le comunità si adoperino per fare di quei valori i principali pilastri su cui costruire l’identità di un territorio.
Fa piacere leggere, nel mare magno dei silenzi e dell’indifferenza, il comunicato stampa del Club Rotary Palermo Montepellegrino che scrive “La riprovevole aggressione, perché di questo si tratta effettivamente, a un simbolo istituzionale di democrazia, di legalità e, principalmente di cultura, qual è la scuola, rappresenta oggi una grave ferita materiale e morale. Tuttavia siamo convinti che anche stavolta vincerà quella parte ampia, sana e civile della comunità, fatta di studenti, giovani, famiglie e lavoratori che rifiutano il crimine (perché un atto di vandalismo è un crimine gravissimo se perpetrato, ancor più, contro le scuole), e costruiscono ogni giorno un futuro diverso per Ficarazzi e per la Sicilia tutta. Una forte vicinanza al preside Mario Veca, simbolo di rinnovamento culturale, sociale e umano”.
Quali valori determinano la sfida culturale
Tuttavia, davanti a queste provocazioni, in risposta all’impegno di tanti dirigenti scolastici, ai tanti Vincenzo Caico e Mario Veca, è necessario urgente e determinare, nella comunità nazionale e più ancora in ogni realtà scolastica, quali dovrebbero essere i valori condivisi, di cui parla il dirigente scolastico Vincenzo Caico, può essere una sfida.
Propongo alcuni passaggi per iniziare:
Rapporto
La nostra autovalutazione organizzativa è progettata per aiutare i territori e le scuole a valutare i punti di forza e le sfide dei loro ambienti e delle pratiche educative.
Partiamo dall’autovalutazione organizzativa
Identifica quali valori sono più importanti per i tuoi insegnanti e membri dello staff, nonché per i tuoi studenti e le loro famiglie.
Chiediti: “incoraggiamo la dedizione, la responsabilità, la produttività, il rispetto, ecc.?” Decidi quali tre rispecchiano maggiormente gli obiettivi che hai per la tua scuola, quindi cerca il contributo degli altri. È importante che tutte le parti interessate concordino sul fatto che questi sono i valori fondamentali a cui vogliono aderire per creare un ambiente di apprendimento e di lavoro positivo. Una comunità capace di proiettare il futuro e di determinarsi, anche durante la pandemia o in una realtà a più forte incidenza mafiosa. Pianifica un incontro con i rappresentanti di ciascun gruppo per raccogliere un consenso o seleziona una nuova serie di tre. Questo è un passaggio fondamentale per stabilire i valori fondamentali della tua comunità scolastica.
Stabilisci un codice comunitario a livello di scuola
Stabilisci un codice comunitario a livello di scuola che colleghi il tuo insieme condiviso di valori fondamentali.
Gli ideali concordati possono essere sviluppati in messaggi, sotto forma di frasi o frasi complete, che spiegano in modo più specifico come il valore fondamentale si applica alla tua particolare comunità scolastica. Per garantire che questi messaggi siano chiari e coerenti, assicurati che la missione della tua scuola, gli ambienti di apprendimento, l’uso delle risorse e le aspettative di studenti, insegnanti e membri dello staff siano in linea con quel codice.
La comprensione più profonda dell’umanità
Incorpora l’educazione del carattere per incoraggiare i tuoi studenti a sviluppare una comprensione più profonda dell’umanità e di cosa possono fare per sostenere se stessi e gli altri.
Insegnare la testa, guidare la mano e toccare il cuore
L’approccio “Insegnare la testa, guidare la mano e toccare il cuore” è indirizzato all’educazione, usando, ad esempio, la letteratura, gli eventi attuali e le circostanze ordinarie per insegnare la simpatia e l’empatia. Questi interventi possono essere legati ai valori fondamentali della tua scuola e promuovere una comunità ancora più forte.
Collabora con i tuoi stakeholder per sviluppare un piano
Collabora con i tuoi stakeholder per sviluppare un piano su come tutti contribuiranno a implementare i valori fondamentali concordati. Ogni membro della tua comunità scolastica può incarnare e portare quei messaggi per lasciare un’impressione duratura negli anni a venire.
Il Catapult Learning
Il Catapult Learning aiuta a identificare i punti di forza e le opportunità di miglioramento attraverso un processo di valutazione delle esigenze scolastiche che possiamo chiamare “Analisi della qualità collaborativa”. Il processo diagnostico completo guida il miglioramento della scuola fornendo una lente prescrittiva attraverso la quale è possibile raccomandare e applicare efficacemente soluzioni di sviluppo processionale. Lo strumento di autovalutazione organizzativa crea un rapporto personalizzato e gratuito che descrive in dettaglio le prestazioni del tuo territorio e della scuola rispetto agli attributi di un’organizzazione esemplare che siamo soliti definire quanto pensiamo alle strategie organizzative della scuola, a cui ci ha abituati, ad esempio, il preside prof. Mario Veca.
I colloqui cordiali e sinceri con i genitori del Liceo Buonarroti: serve sostegno e vicinanza
Come afferma il professore Vincenzo Caico, a capo del Liceo Buonarroti di Monfalcone, da noi sentito stanotte “La linea del nostro Presidente Mattarella e del Ministero dell’Istruzione in materia di prevenzione della diffusione della pandemia è molto chiara e ormai, anche nella nostra regione, quasi il 100% del personale scolastico e i due terzi della popolazione sono vaccinati. Rispetto comunque la volontà di chi non vuole vaccinarsi perché ha dei dubbi o teme possibili effetti collaterali dei farmaci, e proprio nei giorni scorsi ho avuto dei colloqui molto cordiali con dei genitori che hanno espresso la volontà di non vaccinare i loro figli assicurando loro che non ci sarà mai alcuna forma di ingerenza da parte della scuola nelle loro decisioni né alcuna forma di discriminazione, ma la diffusione di fake news o azioni intimidatorie di questo tipo non sono accettabili nel contesto di una società civile.
In questi giorni tutte le scuole si stanno preparando per la ripresa delle attività didattiche del nuovo anno scolastico, non senza difficoltà alimentate anche da indicazioni ancora non del tutto chiare riguardanti l’obbligo di Green Pass per il personale docente e non docente e da alcune prese di posizioni ambigue di alcuni sindacati. Ora più che mai è importante che tutti coloro che operano nel mondo della scuola sentano il sostegno e la vicinanza di tutti”.
Ricorriamo a nuovi sentimenti, nuove progettualità, nuovi interventi formativi
È splendido leggere nel “Progetto macroarea EDU “I CARE” “mi importa, mi interessa, ho a cuore…” cit. Don Lorenzo Milani” della Direzione Didattica Statale II Circolo di Pomigliano d’Arco (NA) diretta con particolare attenzione ai progressi nel campo metodologico, pedagogico e didattico dalla strepitosa dirigente scolastico Prof.ssa Favicchio Filomena Maria, che “Educare alla Cittadinanza Attiva significa promuovere l’adesione responsabile della persona ai valori della vita democratica, alla legge e alle regole costituzionali, ai fini di una solidale crescita nella convivenza civile. E’ finalità imprescindibile favorire nelle nuove generazioni lo sviluppo del senso di responsabilità e di appartenenza ad una società fondata sui principi di libertà, democrazia, partecipazione e rispetto dei diritti dell’uomo, della diversità culturale, della tolleranza e solidarietà, in un unico concetto, del rispetto della propria persona e di quella altrui. Pertanto, la progettazione è stata titolata “I Care”, motto di Don Milani, ritenendo il suo pensiero più che mai attuale per richiamare le giovani generazioni alla cittadinanza responsabile. È proprio nella scuola, infatti, che per la prima volta ci si confronta con gli altri e con le norme del vivere sociale, si prova a svolgere un ruolo attivo in una comunità. Come sosteneva il filosofo austriaco Ivan Illich bisogna aver una grande fiducia nell’uomo come “essere conviviale” e nella società come “forza per il cambiamento”. L’educazione alla cittadinanza attiva può essere autenticamente efficace soltanto se intesa e praticata come progetto condiviso da tutte le agenzie educative e le istituzioni di un determinato territorio. Nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione si pongono le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva attraverso una didattica che, finalizzata all’acquisizione di competenze di “cittadino”, presuppone il coinvolgimento degli alunni in attività operative”. Facciamo uso di questa progettualità, adeguiamola alle nostre realtà, alle nostre comunità, alle attese dei nostri alunni e delle nostre famiglie. Serve un maggior impegno civico: adesso.