Il sistema di regole della scuola. Lettera

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Inviata da Enrico Fortunato Maranzana –  Nel gennaio 22, la Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge n. 2372 per introdurre sperimentalmente le competenze non cognitive nelle attività educative e didattiche, “quali l’amicalità, la coscienziosità, la stabilità emotiva e l’apertura mentale”.

Il disegno di legge è attualmente analizzato della VII commissione del Senato, per il parere definitivo. Si tratta di un’iniziativa che documenta l’abissale distanza che separa gli organi parlamentari dai regolamenti della scuola: si privilegiano le esigenze di mercato rispetto alla crescita delle qualità degli studenti.

Due errori viziano il provvedimento.

Il primo riguarda il campo linguistico, dove si distinguono i termini primitivi da quelli che non lo sono.

Le competenze, che descrivono il comportamento di chi risolve positivamente un compito, sono termini non primitivi; le sue componenti primitive sono capacità/abilità e conoscenza.

Trasliamo questa notazione in campo chimico e consideriamo “acqua”: è un termine non primitivo; le sue componenti primitive sono idrogeno e ossigeno.

Definire le competenze come non cognitive è come dire “acqua senza ossigeno”; un errore derivante dall’aver assunto “competenza” come termine primitivo: è stata adottata la tipica ottica imprenditoriale.

Il secondo aspetto critico riguarda la volontà di introdurre sperimentalmente nuovi metodi educativi e didattici. Non si tratta, infatti, di una novità ma di una duplicazione: il Dlgs 297/94 dispone che il Collegio dei Docenti “Programmi l’attività educativa” e “Valuti periodicamente l’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati”.

La duplicazione, conseguentemente, genera confusione e disturba la prevista attività educativa delle scuole. Il disegno di legge, comunque, vorrebbe sanare una carenza del sistema scolastico: l’assenza della progettazione educativa, disposta dal DPR del 99 sull’autonomia delle istituzioni scolastiche.. Per sanare tale deficit si dovrebbero vincolare le scuole al rispetto della volontà del legislatore.

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