Il responsabile del “Quadro orario”: un esempio di relazione finale

Altro documento, da presentare a giorni, proprio per permettere, successivamente, il pagamento della prestazione fornita, se riconosciuta dalla contrattazione di istituto, è la relazione dei o del responsabile titolato, su indicazioni del Dirigente scolastico, a stilare i o il quadro orario (definitivo e provvisorio) di servizio degli insegnanti. qualunque sia l’ordine a cui essi appartengono.
Quante ore di servizio per segmento di scuola?
L’Orario di servizio (art 28, punto 5 del CCNL) prevede che questa sia la segmentazione per ordine di scuola:
- 25 ore settimanali nella scuola dell’infanzia
- 22 ore nella scuola primaria più due ore di programmazione
- 18 ore nella secondaria di primo e secondo grado.
Calcolo delle ore
Tutte le ore sono calcolate in 60 minuti. Eventuali riduzioni dell’ora di lezione, se deliberati dal Collegio dei Docenti all’interno del Piano dell’Offerta Formativa comportano il recupero delle ore non effettuate. Se la riduzione dell’ora di lezione è deliberata solo dal Consiglio di Circolo o di Istituto per cause di forza maggiore (mancanza di trasporti adeguati agli studenti, mancanza del servizio mensa, ecc.) le quote orarie non effettuate non devono essere recuperate. Valgono in questo senso ancora le circolari ministeriali n. 243 del 22/9/1979 e n. 192 del 3/7/1980.
Cosa si intende e per cosa?
Per evitare problemi interpretativi è bene sapere che:
- Orario di servizio: è la durata di funzionamento del servizio scolastico, l’apertura della scuola con le sue articolazioni.
- Orario di lezione: è l’orario che comprende le attività curriculari;
- Orario di lavoro: è la durata della prestazione del singolo lavoratore e comprende tutte le tipologie delle attività relative al proprio profilo professionale e alla specifica funzione.
Cosa è necessario far rientrare nell’orario di servizio?
La ricreazione e il servizio mensa rientrano a pieno titolo nell’orario di attività didattica. L’insegnante ha l’obbligo della vigilanza nei 5 minuti prima dell’inizio delle lezioni (art. 42 del CCNL/95); durante le ore di lezione; durante gli intervalli (art. 99 del R.D. 965/24) e durante l’uscita dei ragazzi dalla scuola; spetta al Consiglio d’istituto l’adozione del regolamento interno che fra le altre cose stabilisce le modalità della vigilanza nell’intero periodo delle lezioni.
L’orario delle lezioni: come organizzarlo e chi lo definisce
L’orario delle lezioni, scandito, di norma settimanalmente, è competenza del dirigente scolastico. Dovrebbe essere organizzato tenendo in considerazione prioritariamente i criteri inerenti all’organizzazione della didattica. Solitamente l’orario viene predisposto da “commissioni” nominate dal dirigente o elette dal Collegio dei Docenti.
Orario di funzionamento della Scuola dell’infanzia
L’orario di funzionamento della scuola dell’infanzia è stabilito in 40 ore settimanali, con possibilità di estensione fino a 50 ore. Le famiglie possono richiedere un tempo scuola ridotto, limitato alla sola fascia del mattino, per complessive 25 ore settimanali (articolo 2, Decreto del Presidente della Repubblica 89 del 2009). Le istituzioni scolastiche organizzano le attività educative per la scuola dell’infanzia con l’inserimento dei bambini in sezioni distinte a seconda dei modelli orario scelti dalle famiglie.
Orario di funzionamento della Scuola Primaria
L’orario settimanale delle lezioni nella scuola primaria può variare in base alla prevalenza delle scelte delle famiglie da 24 a 27 ore, estendendosi anche fino a 30 ore (articolo 4, Decreto del Presidente della Repubblica 89 del 2009).
Per attivare una classe a 24 ore, comunque, si deve raggiungere il numero minimo di 15 iscritti. Invece, per attivare una classe fino a 30 ore, deve esserci la disponibilità di organico dei docenti.
In alternativa a tali orari normali, le famiglie, in base alla disponibilità dei posti, dell’organico dei docenti e dei servizi attivati, possono chiedere il tempo pieno di 40 ore settimanali (articolo 4, Decreto del Presidente della Repubblica 89 del 2009). Le singole istituzioni scolastiche, sulla base della delibera del proprio consiglio di istituto, definiscono l’organizzazione dell’orario scolastico in sei o cinque giorni settimanali, con o senza rientri pomeridiani per le classi a 24, 27 e 30 ore.
Orario di funzionamento della Secondaria di Primo Grado
L’orario settimanale delle lezioni nella scuola secondaria di primo grado, organizzato per discipline, è pari a 30 ore (articolo 5, Decreto del Presidente della Repubblica 89 del 2009).
In base alla disponibilità dei posti e dei servizi attivati, possono essere organizzate classi a tempo prolungato. Esse funzionano per 36 ore settimanali di attività didattiche e insegnamenti con obbligo di due-tre rientri pomeridiani, con o senza mensa.
Su richiesta della maggioranza delle famiglie, il tempo prolungato può essere esteso a 40 ore.
Orario di funzionamento della Secondaria di Secondo Grado
Per la scuola secondaria di secondo grado, il monte ore annuale varia in relazione alla specificità dei piani di studio (Regolamento istituti tecnici Dpr 88/2010, licei Dpr 89/2010 e professionali D.I. 92/2018). Ad esempio, per il liceo classico, il totale annuale è di 891 ore al biennio e di 1023 al triennio. Per il liceo scientifico, il totale annuale è di 891 ore al biennio e di 990 al triennio. Per il liceo linguistico, il totale annuale è di 891 ore al biennio e di 990 al triennio. Per il liceo artistico, il totale annuale è di 1122 ore e di 1155 al triennio. Per il liceo musicale e coreutico, il totale annuale è di 1056 ore. Per il liceo di scienze umane, il totale annuale è di 891 ore al biennio e di 990 al triennio.
Cosa deve contenere la relazione di fine anno
Il Dirigente affida, per prassi e, diciamo pure, per giusta dimensione organizzativa della scuola, l’incarico di Responsabile per la definizione del Quadro Orario iniziale, Provvisorio e Definitivo, ad un docente. Solitamente uno per grado o per ordine, o, in alternativa uno per plesso.
Le funzioni delegate e gli incarichi
Tra i suoi compiti, quello di:
- collaborare con il Dirigente Scolastico e il primo Collaboratore nella stesura, articolazione e aggiustamento del quadro orario;
- collaborare con il DS per la stesura dell’orario definitivo delle lezioni;
- provvedere a ogni eventuale riadattamento del quadro orario al verificarsi di eventuali motivate esigenze.
Valutazioni sull’orario
L’incaricato o il responsabile o la commissione “Quadro orario” ha il compito di realizzare, sulla base delle indicazioni fornite dal docente, e su una scala di criteri funzionali, equi e imparziali, e di stilare:
- Orario provvisorio versione 1° settimana a 3 ore.
- Orario provvisorio versione 2° settimana a 4 ore.
- Orario provvisorio versione 3° settimana a 4 e 5 ore.
- Orario provvisorio versione 4° settimana a 5 ore.
- Orario definitivo versione 5° settimana a 5 e 6 ore.
- Orario definitivo versione 8° settimana a 5 e 6 ore con rimodulazione verticale delle compresenze.
- Orario definitivo versione 10° settimana a 5 e 6 ore con rimodulazione verticale e orizzontale delle compresenze.
Dall’orario provvisorio al definitivo
Le numerose articolazioni dell’orario, d’inizio anno, solitamente sono rese necessarie, per l’impossibilità di dar corso al regolare funzionamento delle classi per la mancata definizione, da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale, dell’Organico dell’Autonomia.
Criteri solo indicativi per la predisposizione orari docenti/classi
L’Istituto dovrebbe avvalersi di criteri univoci per la predisposizione del quadro orario, tenendo presente che esso dovrebbe essere il più funzionale possibile a:
- utenza
- scuola nel suo complesso
- insegnanti
- finalità didattico-educative: potenziamento, recupero
- progetti organizzativi del plesso
- sostituzioni.
Criteri disposizione quadro orario del servizio (provvisorio e definitivo)
Quali possono essere i criteri per la predisposizione del quadro orario? Ne elenchiamo alcuni:
- controllo del numero degli insegnanti assegnati in ogni classe in modo che non risulti eccessivo (nel caso della scuola primaria);
- nella secondaria preferenza di corso o di anno;
- equilibrio fra numero delle ore nella prima parte della mattinata e quelle della seconda parte di essa (IV, V e VI ora) del docente in relazione ad una funzionale distribuzione delle materie. di norma non più di tre volte settimanale l’uno o l’altro caso.
- minor numero possibile di buchi (“orario spezzato”) max n. 3 settimanali
- assegnazione delle all’insegnante dell’ora precedente delle pause ricreazione evitando che esse coincidano nel cambio insegnante (specie nella scuola primaria).
- collocazione delle ore di compresenza durante i momenti di lezione delle discipline (italiano, matematica) o, nei casi segnalati, nei momenti nei quali è necessario un maggior supporto per la gestione delle dinamiche educativo-relazionale e formative-comportamentali.
- collocazione delle ore di compresenza non in contemporaneità con l’ora di inglese o di religione a parte le situazioni in cui lo si ritenga necessario per la presenza, ad esempio, di alunni che non si servono di insegnamento della religione cattolica.
- flessibilità nella collocazione delle compresenze in modo che risulti funzionale ai bisogni della classe. l’orario della classe è prioritario rispetto all’orario individuale degli insegnanti. l’orario può essere, come è stato di fatti, modificato anche in corso d’anno scolastico, anche a richiesta motivata didatticamente, da parte degli insegnanti di classe.
- rispetto dei limiti contrattuali per quanto riguarda l’orario giornaliero dei docenti max n.6 ore
- situazioni familiari dei docenti figli minori di 3 anni
- situazioni personali dei docenti relativi alla distanza dal luogo del lavoro e dalla possibilità di garantire lo spostamento congiunto, per le donne.
- considerazione dell’orario a part time del docente segnalato dal dirigente o allattamento nel rispetto dei criteri sopraindicati. in caso di problemi personali dei docenti che risultino in contrasto con i criteri sopra definiti, questi dovranno essere motivati e documentati per iscritto e presentati alla dirigente.
Punti di criticità e di forza
La relazione, in conclusione, dovrebbe contenere l’elencazione dei “Punti di forza” e del “Punti di debolezza”.