Il Regno Unito contro il cibo spazzatura: la nuova sfida del governo laburista. Dal 2025 divieto di energy drink per gli under 16 e limiti agli spot di junk food

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Il Regno Unito si prepara a intraprendere una strada ambiziosa e, per certi versi, controversa. Il premier laburista Keir Starmer ha recentemente annunciato un piano d’azione volto a combattere l’obesità e migliorare lo stato di salute generale della popolazione britannica.

Al cuore di questa strategia si trovano misure che mirano a limitare il consumo di cibi e bevande ad alto contenuto calorico, particolarmente tra i giovani.

Una delle proposte più discusse è il divieto di vendita di bevande energetiche ai minori di 16 anni. Tali bevande, note per il loro elevato contenuto di caffeina e zuccheri, sono state identificate come potenzialmente dannose per la salute degli adolescenti, inclusa quella dentale. Ma le misure non si fermano qui: il piano prevede anche una supervisione dell’igiene orale nelle scuole materne, una mossa che ha sollevato più di un sopracciglio tra i critici.

Il governo Starmer intende inoltre porre limiti alla pubblicità del cosiddetto “junk food”. A partire dal prossimo anno, sarà vietato pubblicizzare cibi considerati poco salutari in televisione prima delle 21, mentre per i siti web il divieto sarà totale.

Le proposte non sono state accolte senza critiche. Gli oppositori parlano di “nanny state“, accusando il governo di eccessivo paternalismo e di intromettersi indebitamente nelle scelte personali dei cittadini. Tuttavia, il governo difende la sua posizione citando dati allarmanti sulla salute pubblica del paese.

Nel Regno Unito, infatti, più di un quarto della popolazione è considerata obesa, e un terzo dei bambini conclude la scuola primaria in sovrappeso. Le conseguenze di questa situazione non sono solo sanitarie, ma anche economiche: l’Ufficio per la Responsabilità di Bilancio ha stimato che il costo complessivo dell’obesità per il paese si aggira intorno ai 100 miliardi di sterline.

Inoltre, circa 2,8 milioni di cittadini britannici non sono in grado di lavorare a causa di malattie croniche, molte delle quali legate a stili di vita poco salutari.

Il dibattito che si sta sviluppando intorno a queste proposte riflette una tensione più ampia presente in molte società moderne: come bilanciare la responsabilità dello Stato nel promuovere la salute pubblica con il rispetto delle libertà individuali? La sfida per il governo Starmer sarà quella di implementare queste misure in modo efficace, dimostrando che possono portare a miglioramenti tangibili nella salute della popolazione senza erodere eccessivamente l’autonomia personale.

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