Il ragazzo e la tigre, l’avventura all’insegna dell’amicizia di Brando Quilici. Perché vederlo? Spunti didattici
Dopo la calorosissima accoglienza da parte del pubblico di Alice nella città – sezione della Festa del cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni – è uscito al cinema il 14 ottobre Il Ragazzo e la Tigre, il nuovo film diretto da Brando Quilici.
L’avventura ha inizio in uno dei paesaggi più selvaggi ed incontaminati del mondo, la catena montuosa dell’Himalaya, quando il giovane Balmani decide di salvare un cucciolo di tigre in pericolo.
Il viaggio fino alla “Tana della Tigre”, un monastero buddista proprio sulla vetta della montagna, dove il ragazzo vuole portare la piccola Mukti, sarà lungo e non privo di ostacoli per la singolare coppia. Sarà proprio nell’affrontarli, tuttavia, che il legame tra i due diventerà indissolubile ed entrambi impareranno i valori dell’amicizia, della fiducia e della lealtà.
La regia del film è firmata da un grande nome, quello di Brando Quilici, già autore del successo Il mio amico Nanuk ed erede di un importante lascito culturale. Egli è infatti figlio del maestro documentarista Folco Quilici, grazie al quale non solo ha avuto modo di imparare il mestiere, ma ha anche formato un suo personalissimo linguaggio cinematografico, sempre a metà tra racconto di finzione e osservazione documentaristica.
Il protagonista di Il ragazzo e la tigre è il giovane attore indiano Sunny Pawar, già noto per Lion – La strada verso casa con Nicole Kidman (6 candidature all’Oscar), e nel cast troviamo anche Claudia Gerini.
Alla straordinaria visione del regista e a questo eccezionale cast si uniscono poi altre due grandi firme, il premio oscar Hugh Hudson (Momenti di gloria e il cult Greystoke – La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie) e Rupert Thomson, che sono dietro la sceneggiatura.
Perché vedere questo film?
- Perché è la storia di un’amicizia insolita che permette di confrontarsi su che cosa voglia dire rispettare la natura
- Perché permette di approfondire valori culturali e contesto geografico delle sue incredibili ambientazioni
- Perché tratta della costanza necessaria ad affrontare un viaggio e di quanto si possa imparare durante le tappe
- Perché alla sua base ci sono i valori dell’ascolto, della solidarietà e dell’altruismo
- Perché offre occasione di riflettere sulla sostenibilità ambientale e su quale sia o debba essere il ruolo dell’uomo
- Perché ha il patrocinio del WWF e l’obiettivo del film è quello di mettere al centro del dibattito la biodiversità
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