Il ragazzo dai Pantaloni Rosa, la madre vuole diventare docente di sostegno: “Voglio avvicinarmi alle fragilità dei ragazzi”

“Ogni volta che la cronaca racconta storie simili a quella di Andrea sento addosso un senso di sconfitta profonda. Ma non posso permettermi di scoraggiarmi e mollare. Perché avverto più che mai oggi la necessità di avvicinarmi alle fragilità degli adolescenti, anche emotive. Ed è per questo che sto seguendo un corso universitario per diventare insegnante di sostegno per questi ragazzi”.
Lo ha detto a Il Corriere della Sera Teresa Manes, la madre del “Ragazzo dai Pantaloni Rosa”, ovvero Andrea Spezzacatena, quindicenne suicida nel 2012 a causa del bullismo a scuola.
La donna, aspirante docente di sostegno, in realtà sappiamo che da un po’ di tempo lavora nelle scuole per combattere il bullismo negli istituti e sensibilizzare i ragazzi.
“Quando arrivò a casa la prima copia del libro che scrissi su di lui mi sono emozionata moltissimo perché mi sono resa conto che con quel libro avrei riportato mio figlio dove doveva stare: fra i banchi di scuola. E così ho poi fatto. Uso quel che avevo scritto per veicolare il messaggio contro il bullismo. Adesso, con il film, Andrea è cresciuto, è come se lui fosse andato oltre la scuola e avesse trovato un lavoro da pedagogista. Voleva fare lo psicologo”, ha aggiunto.
“I fischi e i commenti mi sono dispiaciuti molto – dice la donna a proposito delle proteste ricevute alla prima del film -. I ragazzi avranno anche sbagliato ma prima di loro ha sbagliato chi non li ha preparati e poi redarguiti. Per me il film resta un progetto di sensibilizzazione. E mi fa paura che una scuola faccia un passo indietro per l’opposizione di due o tre genitori”.
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