Il racconto-sfogo di un alunno 16enne: “Quando entri a scuola sei speciale, quando esci sei normale”
In un articolo per Il Libraio, il professore e scrittore Enrico Galiano ci offre un ritratto commovente riguardo le sfide interiori degli studenti italiani.
Questa è la storia di Ismaele, un ragazzo di sedici anni, il cui nome evoca la narrativa di Moby Dick, e simbolizza una personalità lontana dalla norma.
Durante un sabato sera, in un momento di franchezza rara e preziosa, Ismaele si apre in una conversazione con un professore. Nonostante il disinteresse iniziale dovuto a fatica e delusioni personali, il professore si ritrova ad ascoltare le confessioni di Ismaele in uno spogliatoio solitario. La rivelazione di Ismaele è chiara: la perdita di motivazione. Egli si era iscritto in una scuola che prometteva di coltivare la sua passione per l’informatica, ma si è ritrovato imprigionato in un sistema che richiede conformità e standardizzazione.
Ismaele rappresenta quei talenti soffocati dalle rigide strutture scolastiche, incapaci di nutrire la sete di conoscenza e la creatività degli studenti. La sua è una critica incisiva alla standardizzazione dell’istruzione, al ruolo marginale dato ai voti e al mancato approfondimento di temi cruciali come la privacy online.
Le parole di Galiano riecheggiano le preoccupazioni di molti: la scuola italiana rischia di trasformare individui unici in copie conformi senza passioni né sogni. È un campanello d’allarme che chiama in causa non solo il sistema scolastico ma la società nel suo insieme. La riflessione si sposta poi sui giovani talenti che si staccano dal percorso scolastico, non per mancanza di volontà, ma perché si trovano in un contesto incapace di apprezzare e alimentare le loro capacità.
In un paese dove la dispersione scolastica è un tema caldo, il caso di Ismaele solleva una questione fondamentale: quante risorse umane e quanta passione vanno perse a causa di un sistema educativo troppo rigido? Citando il poeta Sandro Penna, Galiano sottolinea l’importanza di essere diversi e il pericolo di standardizzare questa diversità.