Il “portapenne” di Zio Paperone e i “sinistri” figuri. Lettera

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Inviato da Antonio Deiara – Fabula docet: aveva ragione Paperon de’ Paperoni a difendere strenuamente il proprio “portapenne”.

Stiamo parlando della parte più delicata del suo corpo di papero fantamiliardario, quella deputata a reggere le penne caudali, talvolta bruciacchiate durante gli assalti al calor bianco di tristi figuri.

E come non preoccuparsi, povero (si fa per dire…) Zio Paperone, delle mosse astute della famigerata Banda Bassordi, tese alla conquista del suo blindatissimo Deposito, stracolmo di tintinnanti monete d’oro? Noi, Paperini della paperosa didattica sempre-al-verde, trincerati dietro l’ultimo baluardo di una cattedra danneggiata e scrostata, abbiamo la stessa preoccupazione, ma per altre motivazioni.

E se la Banda Bassordi, bramosa di riavere banche amiche, strapuntini a Sperperopoli e lauti vitalizi forever, impossibilitata a gufare Gastone e a soggiogare Paperino, tentasse di bruciare i nostri “portapenne” per vendicare le batoste subite?  In questi giorni straparlano sulle Gazzette di Pauperonia personaggi “sinistri” di rara incompetenza scolastica: difendono la chiamata diretta dei paperinsegnanti neo-assunti e il maxiconcorso per stabilire il merito dei paperodocenti, si ostinano ad intonare peana stonati in difesa dell’Invalpaperi e dell’alternanza scuolapaperosa-paperolavoro.

La sonora bocciatura loro inflitta dai paperofessori e dalle loro famiglie nelle Idi Paperose di marzo dello scorso anno non è stata ancora compresa. “Sinistri” figuri vantano, spergiurando sul nostro “portapenne”, la loro “competenza” nell’amministrare la res paperpublica e riaffermando, infedeli perinde ac cadaver-chic contro il futuro della Scuola della Repubblica, ricette fallimentari già rumorosamente fallite con abbondanza di macerie normative, didattiche e sociali.

Altri “sinistri” figuri ripropongono ricette papermiracolose, scadute da oltre sette anni, per rendere pingui i pauperostipendi, recuperare il paperorispetto per i paperinsegnanti, trasferire ad un tiro di schioppo da Pauperopoli tutte le papermaestre  (e pure tutti i papermaestri!), offrire un rilassante tempo-scuola lungo all’interno della supercompressa settimana corta…

Sorge un dubbio paperontologico: che i “sinistri” paladini della Paper-Scuola farlocca confondano la faccia col “portapenne” di paperoniana memoria?

 

 

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