Il peccato della scuola? L’ignavia. Lettera

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Inviata da Enrico Maranzana “Non ragionar di lor ma guarda e passa”. Un’esortazione che ben si adatta ai presidenti dei Consigli di Istituto. Sia d’esempio la legge 12/2020 che ha richiamato l’oggetto del mandato conferito alle scuole: “Sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche”.

Si tratta del traguardo del sistema scolastico che qualifica l’attività dell’organismo strategico della scuola, il cui compito primario è la delibera dei “criteri generali per la
programmazione educativa”, come indicato nel D.lgs 297/94. Riformulando: il Consiglio di Istituto deve determinare la struttura decisionale della scuola, disegnandone l’organigramma.

Per cogliere lo stato di fatto un inciso è essenziale: le elaborazioni messe in rete dalle scuole sono tutte sbagliate, perché tracciate nello spazio a due dimensioni.

Riprendiamo. La numerosità del Collegio dei docenti, che può superare il centinaio, è la prima questione da affrontare: bisogna costituire delle commissioni. Se ne prefigurano due.

La prima avrà il compito di tracciare le linee guida della “Programmazione dell’azione educativa” identificando le capacità necessarie per raggiungere gli obiettivi indicati nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, specificando i tempi e le fasi necessarie per il loro conseguimento.

La seconda predisporrà le prove per la valutazione periodica “ dell’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell’attività scolastica”.

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