“Il pane aumentato del 57% in 10 anni, gli stipendi dei docenti diminuiti del 4%”. Volete attrarre i giovani all’insegnamento? “Incrementate le retribuzioni”
Ieri è stata la giornata del rapporto OCSE 2023 che ha evidenziato, in realtà confermato, una serie di problemi legati all’istruzione e al corpo docente in Italia. Che gli stipendi dei docenti italiani, soprattutto se confrontati con quelli degli altri Stati, siano bassi e che la classe docente ha una età media non certo giovanile, non diciamo nulla di nuovo. Insomma, non c’era bisogno dell’OCSE per scoprirlo.
Ma è bene fare un piccolo riassunto del rapporto in questione:
Stipendi dei docenti: uno dei principali problemi evidenziati dal rapporto è la bassa retribuzione dei docenti italiani, specialmente in relazione al grado di istruzione e all’esperienza. In media, gli insegnanti delle scuole superiori con 15 anni di esperienza in paesi OCSE guadagnano molto di più rispetto ai loro colleghi italiani. E’ interessante come l’OCSE metta in relazione lo stipendio e la motivazione dei docenti. Un punto importante sul quale riflettere.
Diminuzione degli stipendi: Non solo i docenti non guadagnano quanto i colleghi in altre aree del mondo, ma nel periodo compreso tra il 2015 e il 2022, gli stipendi dei docenti italiani della scuola secondaria superiore sono diminuiti in termini reali (cioè il suo potere di acquisto) del 4%, mentre in molti altri paesi OCSE sono aumentati o rimasti stabili in termini reali.
Età anziana del corpo docente: Un altro aspetto preoccupante, per l’OCSE, riguarda l’età avanzata dei docenti italiani. Il 61% dei docenti delle scuole superiori a indirizzo liceale, infatti, in Italia ha un’età pari o superiore a 50 anni. E’ anche vero che avere in classe persone mature e con esperienza non necessariamente è da ritenersi una questione negativa. Ad ogni modo.
Il Ministro dell’istruzione e del Merito è intervenuto sulla questione, ritenendo necessario “Rendere più attrattiva la professione docente”, in che modo? “Incoraggiando i giovani ad intraprendere questa carriera”. Il Ministro, ad onor di cronaca, ha anche sottolineato la questione dello stipendio.
Le parole del Ministro hanno scatenato, come prevedibile, i commenti sui social. Partiamo con la questione vocazione, che spesso viene associata al lavoro dell’insegnamento. Ale, ad esempio, accusa le MAD che porterebbero a scuola persone “per ripiego. Ai miei tempi altroche corsi e concorsi … ” Non specifica a quali tempi si riferisca. Per Luciana il problema è che “siamo già in tanti, anzi troppi, compresi quelli con la vocazione nata dalla sera alla mattina!“, a proposito di vocazione.
Alessandra prende la mira e colpisce il nervo scoperto della professione docente in Italia, che “Potrebbe essere attraente se solo lo stipendio non fosse una miseria, ad esempio… Ed inoltre, non meno importante, se solo si potesse fare questo mestiere senza mille questioni burocratiche e senza genitori col fiato sul collo che pretendono di saperne più degli insegnanti.” Cuori coraggiosi e portafogli resistenti alle avversità.
Marzia fa eco a queste preoccupazioni e ironizza: “Attirarli con stipendi da fame, o con contratti vincolanti a sedi lontanissime da casa purché si diventi di ruolo… bravo Valdy hai detto proprio una cosa sensatissima!!! Sei proprio l’illuminato che aspettavamo da tanto.” La questione stipendi la fa da padrone, ma Bruno si proietta avanti e mette sul piatto anche la questione pensioni: “Attrattiva con stipendi da fame e pensioni, se ci arrivi, a 68 anni.”
“E poi, magari, li buttate a marcire in graduatorie infinite“, ricorda Paola che evidentemente ha vissuto le graduatorie, come luogo in cui i sogni degli insegnanti vanno a prendere una pausa lunga a volte fino alla pensione, per citare Bruno.
Piero unisce stipendio e missione, riassume tutto con un tocco di dramma: “Carriera da missionari.”
Infine, Toni ci fornisce una lezione di economia sui costi del pane: mentre negli anni 90 il pane costava 1.500 libre al Kg e lo stipendio del docente era di un milione e seicentomila, oggi un kilo di pane è aumentato del 57%, ma gli stipendi dei prof non hanno avuto lo stesso aumento. L’OCSE conferma.