Il nuovo Papa è Robert Francis Prevost, si chiamerà Leone XIV. Le sue prime parole: “La pace sia con tutti voi, aiutateci a costruire ponti”

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Il cardinale americano Robert Francis Prevost è il 267esimo Papa. Si chiamerà Leone XIV. Lo ha annunciato dalla Loggia delle benedizioni, il cardinale protodiacono Dominique Mamberti. È il primo Pontefice dagli Stati Uniti.

La scheda

Nato a Chicago il 14 settembre 1955, rappresenta una delle figure più influenti della Chiesa cattolica contemporanea. Dopo una lunga esperienza missionaria in Perù, dove ha guidato il seminario agostiniano di Trujillo e ricoperto incarichi pastorali e formativi, Prevost ha assunto ruoli di primo piano nell’Ordine degli Agostiniani, di cui è stato priore generale per due mandati. Nel 2014 Papa Francesco lo ha nominato amministratore apostolico della diocesi di Chiclayo, di cui è poi diventato vescovo, distinguendosi anche come vicepresidente della Conferenza Episcopale Peruviana in un periodo di forte instabilità politica nel Paese.

Dalla formazione accademica alla guida dei vescovi

La formazione di Prevost spazia dalla matematica alla teologia e al diritto canonico, con studi presso la Villanova University, la Catholic Theological Union di Chicago e il Pontificio Collegio San Tommaso d’Aquino a Roma. Ordinato sacerdote nel 1982, ha alternato incarichi negli Stati Uniti e in America Latina, consolidando una reputazione di amministratore capace e di pastore vicino alle comunità. Nel 2023, Papa Francesco lo ha chiamato a Roma come Prefetto del Dicastero per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, affidandogli la delicata responsabilità della selezione dei vescovi a livello mondiale. Nello stesso anno, è stato creato cardinale vescovo di Albano.

Visione pastorale e gestione delle controversie

Prevost si distingue per la sua adesione alla linea pastorale di Papa Francesco, con particolare attenzione a temi come l’ecologia, l’inclusione dei poveri e dei migranti, e la promozione di un episcopato vicino alle persone. Prevost ha sostenuto l’apertura ai divorziati risposati civilmente per l’accesso alla Comunione, mentre si è mostrato più prudente su questioni come l’ordinazione femminile e la benedizione delle unioni omosessuali, pur appoggiando la dichiarazione “Fiducia supplicans”.

Nel corso della sua carriera, Prevost è stato coinvolto in due casi di presunti abusi, ma le indagini hanno confermato il rispetto delle procedure canoniche e l’attenzione alle vittime. Attualmente, è membro di sette dicasteri vaticani e della Commissione per il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, a testimonianza della fiducia che gode presso la Santa Sede e del suo ruolo centrale nella governance della Chiesa.

Le sue prime parole

“La pace sia con tutti voi. Fratelli e sorelle carissimi questo è il primo saluto del Cristo risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anche io vorrei che questo saluto di pace raggiungesse le vostre famiglie, tutte le persone, a tutti i popoli, a tutta la terra, la pace sia con voi”. Sono le prime parole pronunciate da Papa Leone XIV affacciato alla Loggia di San Pietro dopo l’elezione. Prevost, visibilmente commosso, ha salutato con le mani la folla che lo acclamava e lo applaudiva.

Il primo Papa americano”, scrive il New York Times. “Il nuovo Pontefice è Robert Prevost degli Stati Uniti, il primo Papa americano nella storia”, gli fa eco la Cnn. E dagli Usa arrivano le congratulazioni del presidente americano Donald Trump. “Congratulazioni al cardinale Robert Francis Prevost, appena nominato Papa. È un grande onore sapere che è il primo Pontefice americano”, ha scritto in un post su Truth. E ancora: “Non vedo l’ora d’incontrare Papa Leone XIV. Sarà un momento molto significativo”.

“In questo momento storico, in cui tanta parte del mondo è sconvolta da conflitti inumani dove sono soprattutto gli innocenti a soffrire le conseguenze più dure di tanta barbarie, desidero assicurarLe l’impegno della Repubblica Italiana a perseguire sempre più solidi rapporti con la Santa Sede per continuare a promuovere una visione del mondo e della convivenza tra i popoli fondata sulla pace, sulla garanzia dei diritti inviolabili e della dignità e la libertà per tutte le persone. Quella pace che Vostra Santità ha evocato con forza nel Suo primo messaggio dalla loggia di San Pietro e che è la speranza dell’umanità intera”. È quanto si legge nel messaggio che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha mandato a Leone XIV.

#LeoneXIV, un agostiniano, un americano di origini francesi, italiane, spagnole. Agostino che unì civiltà classica e cristianesimo, un santo africano eppure romano, cattolico, ma onorato anche da protestanti e ortodossi. Leone, come Leone Magno che fermò Attila e obbligò Genserico a rispettare i civili e le chiese. Come Leone XIII che con la Rerum Novarum pose le fondamenta della dottrina sociale della Chiesa. Robert Francis #Prevost, di grande e solida cultura, un uomo di quell’Occidente che sa essere universale. In queste premesse, la speranza di un’era nuova di pace, valori eterni, solidarietà fra gli uomini. Auguri, Pontefice romano! Così, su X, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

I primi passi del nuovo Papa: dal Conclave alla Loggia

Dal 1900 in poi sono stati cinque i Papi eletti al secondo giorno di conclave: prima di questo è toccato a Pio XII, Giovanni Paolo I, Benedetto XVI e Francesco. Anche Joseph Ratzinger, primo Papa del terzo millennio con il nome di Benedetto XVI, fu eletto in due giorni e quattro scrutini, il 19 aprile del 2005. A Jorge Mario Bergoglio sono stati sufficienti cinque scrutini e due giorni il 13 marzo 2013

L’elezione del nuovo Papa segna l’inizio di un percorso unico, scandito da un rituale che unisce solennità e intimità. Dopo la fumata bianca che annuncia la scelta del Conclave, il Pontefice compie i celebri cento passi che separano la Cappella Sistina dalla Loggia delle Benedizioni di San Pietro. Un tragitto breve ma carico di significato, che rappresenta il passaggio dal ruolo di cardinale a quello di Vicario di Cristo, sotto lo sguardo silenzioso della storia e della tradizione millenaria della Chiesa.

Il rito dell’elezione e la Stanza delle Lacrime

Concluso il Conclave, il nuovo Papa viene chiamato a rispondere alla domanda decisiva: “Acceptasne electionem?”. Con l’accettazione, inizia un momento di profonda trasformazione personale. Il Pontefice si ritira nella cosiddetta Stanza delle Lacrime, dove indossa per la prima volta i paramenti bianchi. In questo luogo, carico di emozione e responsabilità, il nuovo Papa si prepara interiormente al compito che lo attende, consapevole del peso della missione che sta per assumere.

Dalla solitudine alla folla: la presentazione al mondo

Il cammino prosegue attraverso i corridoi del Palazzo Apostolico, in un’atmosfera sospesa e solenne. Ogni passo richiama alla mente i predecessori che hanno vissuto la stessa esperienza, da Pio XII a Francesco. L’arrivo sulla Loggia delle Benedizioni segna il momento culminante: la folla in Piazza San Pietro attende l’annuncio dell’Habemus Papam, che sancisce l’inizio ufficiale del pontificato. In quell’istante, il nuovo Papa si presenta al mondo, consapevole che quei cento passi hanno segnato per sempre la sua vita e la storia della Chiesa.

Il Papa, unico leader globale

Nessuna figura, dal punto di vista tecnico, può essere paragonata al Papa. Rappresenta l’unico vero leader globale, riconosciuto come autorità spirituale dai cattolici e come simbolo di un potere universalmente accettato anche da chi non professa alcuna fede. La fumata bianca che si leva dal comignolo della Cappella Sistina al termine del conclave segna la fine di un vuoto istituzionale, apertosi con la scomparsa di Francesco I il 21 aprile scorso.

Il nuovo Pontefice tra sfide interne e scenario globale

Il nuovo Pontefice dovrà affrontare la complessa gestione di una Chiesa attraversata da problemi e contraddizioni, ma sarà anche chiamato a esercitare la propria influenza in uno scenario geopolitico particolarmente difficile, caratterizzato da una crisi delle principali organizzazioni multilaterali e da un aumento delle tensioni e dei conflitti. In un momento storico in cui le leadership politiche appaiono in evidente difficoltà, un Papa dotato di carisma e consapevole della propria leadership globale può svolgere un ruolo decisivo nel favorire il dialogo, componendo interessi divergenti e riducendo le distanze tra i popoli.

Tre papi eletti a maggio

Solo tre papi nella storia della Chiesa sono stati eletti durante il mese di maggio, periodo che la liturgia cattolica dedica tradizionalmente alla Madonna. L’elezione di un nuovo pontefice in questo mese rappresenta un evento raro, che si è verificato in momenti cruciali per la storia ecclesiastica e che ha visto protagonisti figure di grande rilievo. Si tratta di Clemente VI (dal 1342 al 1352) e di Paolo V dal 1605 al 1621 e ora il nuovo Papa, Leone XIV.

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