Stipendio: Anief ricorda che con 24mila euro lordi annui il corpo insegnante italiano è il meno pagato dalla PA- Servono risorse aggiuntive per tutti

Potrebbe avere i giorni contati la figura del “docente stabilmente incentivato”: lo scrive oggi la stampa specializzata, ricordando che fra i vari temi a cui sta lavorando il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, c’è anche “lo smantellamento dei punti messi a punto dal suo predecessore, Patrizio Bianchi, inserito nel decreto scuola del 2022.
La misura – ricorda Orizzonte Scuola – non ha mai convinto né una parte di politica nè i sindacati, quest’ultimi ad insistere su incentivi chiari e stabili per tutti gli insegnanti”.
Il sindacato Anief ritiene che prevedere incentivi per i meritevoli sia una strada praticabile, poiché adottata da sempre nell’ambito lavorativo anche ai fini della carriera. Tuttavia, pensare di introdurla nel comparto meno pagato della pubblica amministrazione non può convincere. “I docenti guadagnano poco – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – , in media 10mila euro in meno la media della PA italiana e oltre 20mila rispetto a chi lavora nelle forze armate. Per non parlare del 30% in meno rispetto alla media dei docenti UE. Come si fa a dare 24mila euro lordi l’anno a chi svolge un lavoro di concetto e di responsabilità così importante come il docente? Adesso, pensare di aumentare fino a 5mila euro annuali i compensi solo di alcuni, cosa produrrebbe? Sicuramente ancora più rabbia e sconforto per gli esclusi, ovvero la stragrande maggioranza del corpo docente italiano”.
“Impegniamoci, piuttosto – continua Pacifico – a produrre aumenti generalizzati, senza lasciare indietro un docente. Successivamente, una volta almeno cancellato il potere inflattivo che nell’ultimo periodo ha reso ancora più poveri gli insegnanti, come pure il personale Ata, e assegnato un aumento per tutti, allora potremo parlare di incentivi ad personam. È per questo che Anief si accinge a chiedere, quando verrà convocata in occasione nel prossimo rinnovo del CCNL e verrà ascoltata in Parlamento, di stanziare delle risorse ad hoc per valorizzare una professione essenziale per la società”.
“La richiesta – continua il presidente Anief – è stata rilanciata pochi giorni dopo un altro rivolto durante l’incontro della commissione Educ della Cesi con i rappresentanti della Commissione Europea. La scuola paga da tutti i punti di vista il fatto che un dipendente su quattro è precario, remunerato con lo stipendio iniziale fino a quando non viene immesso in ruolo (a volte anche dopo decenni) e nella maggior parte dei casi si ritrova anche con le mensilità estive negate, in violazione di una precisa direttiva dell’Unione europea. Noi, come sindacato, stiamo facendo il nostro: grazie al rinnovo contrattuale sottoscritto lo scorso 18 gennaio, ad esempio, abbiamo ottenuto che ogni ora di formazione svolta dai docenti fuori orario di lezione venga pagata 19,25 euro. E anche l’aumento complessivo è stato superiore agli ultimi, ancora di più perché ravvicinato rispetto al passato. Ma ora servono risorse aggiuntive”.