Il collegio docenti in cui gli insegnanti faranno dei talk di 10 minuti, come degli Elon Musk al Ted. Succede a Padova, la locandina. INTERVISTA al dirigente

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Gli insegnanti sono abituati a chiedere ai propri studenti di essere capaci di collaborare, fare squadra, portare avanti un’idea. Ma loro stessi, i prof, quando tocca a loro, sono davvero sempre capaci di fare altrettanto con le soft skills che pretendono di insegnare agli alunni? E’ con questo spirito che in una scuola veneta nei prossimi giorni andrà in scena un collegio dei docenti dove cinque insegnanti saranno protagonisti di altrettanti talk di dieci minuti, in perfetto stile Tedx, dove, lasciate le fredde formule burocratiche tipiche di riunioni peraltro importanti per la vita scolastica, Esporranno il modello di scuola che hanno in mente, condividendo una storia o un’idea potente che merita di essere condivisa. Lo faranno in pubblico cercando cercando di vincere le ansie tipiche del momento in cui ci si espone, magari per la prima volta, davanti a tante persone. Succederà mercoledì pomeriggio 21 dicembre presso l’Istituto Comprensivo Statale Lozzo Atestino dei Comuni di Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vo’, in provincia di Padova

Ted è una sigla che sta per Technology Entertainement Design. La sua mission, ormai consolidata in tantissimi eventi di portata anche internazionale, si basa su cicli di meeting in cui si affrontano gli argomenti più disparati. I Tedx sono eventi simili ai Ted, ma organizzati in maniera indipendente e realizzati nelle varie realtà territoriali città. Non è la prima volta che questa scuola si rende protagonista di collegi sui generis. A settembre il preside veneto, come avevamo riferito, aveva convocato nel bosco il primo collegio dei docenti. L’idea anche questa volta è del dirigente scolastico Alfonso D’Ambrosio, che dice: “Auspico che in tutti i collegi venga messo al centro il pensiero divergente di ogni insegnante”. Questi i temi degli singoli interventi: Insegnanti come artisti: l’arte di creare. La scuola che vorrei. Sono felice perché sono a scuola. Va dove ti porta il cuore. Benvenuto signor errore. Ultime notizie.

Preside Alfonso D’Ambrosio, che cosa rappresenta per lei l’esperienza del Tedx?

“Il Tedx celebra lo straordinaria potenza della creatività umana. In quest’occasione i docenti avranno dieci minuti per condividere in pubblico un’idea che vale la pena di essere condivisa. Saliranno sul palco e condivideranno la propria esperienza davanti al collegio. Per farlo occorre essere in grado di motivare e sognare, rischiare un imprevisto, sapendo di avere un messaggio potente da lanciare. Mi piace ricordare il Ted di Ken Robinson su La scuola uccide la creatività o quella della maestra Rita Pierson, su Tutti i ragazzi hanno diritto a un paladino”.

Sono davvero efficaci?

“I Tedx sono efficaci al punto che sono diventati una metodologia importante. Ad esempio a Bologna, dove li pratica anche l’università, vengono promossi a scuola per i ragazzi. Ormai da quattro anni gli studenti italiani praticano i Tedx a scuola. Si tratta di preparare un talk di dieci minuti su vari temi: dall’ecosostenibilità alla scuola che vorrei e a tanti altri. Alla luce di questa metodologia, che è bella e che richiede delle competenze alte, ci siamo detti: bene, realizziamo un collegio docenti in stile Tedx”.

Come si svolgerà il collegio?

“Una prima parte, che è quella ordinaria, sarà dedicata alla discussione degli argomenti che sono all’ordine del giorno. Dopo questa prima parte si passerà alla seconda fase del collegio, dove cinque nostri docenti o anche di più condivideranno la propria idea di scuola. I docenti sono stati supportati in questi ultimi mesi da due coach d’eccezione: uno è lo scienziato Roberto Ragazzoni, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova. L’altro è Fausto Panizzolo, ingegnere, già docente ad Harvard. Entrambi hanno supportato gli insegnanti sul come gestire l’ansia e su come essere efficaci nell’esposizione di un discorso in pubblico”.

Una bella prova per i docenti

“L’aspetto interessante della cosa è che noi, cioè insegnanti e dirigenti scolastici, siamo abituati a chiedere spesso ai nostri studenti competenze soft come il collaborare in squadra, il portare avanti un’idea o la capacità tenere un discorso. Ci siamo resi conto che queste competenze non sono affatto banali e che per gli stessi insegnanti, che sono abituati a parlare quando devono portare avanti una propria idea potente, non è così semplice condividere un proprio pensiero. Il collegio per noi è una sfida. In questo Tedx ci siamo interrogati su quale sia il senso del nostro essere scuola. E poi diciamoci la verità: nel fare questo Tedx gli insegnanti si sono divertiti. E’ stato divertente condividere le ansie e le paure ma anche i sogni e le grandi sfide che vorremmo mettere in pratica. C’è un Tedx che affronterà l’errore come strumento per migliorarsi. Un altro parlerà dell’educazione alla felicità”.

C’è pure lo spazio per una lettera d’amore.

“Sì, un talk è una lettera d’amore dove un insegnante scrive a se stesso: perché ho voluto fare l’insegnante

Saranno coinvolti anche gli studenti?

“Ci aiuteranno i ragazzi dell’istituto superiore Euganeo di Este, che hanno una loro web radio e tivù e che si occuperanno di interviste e riprese”.

Non è la prima volta che lei organizza un collegio sui generis

“Questo è il nostro terzo collegio che organizziamo lungo un percorso ricco di metafore. Un percorso che intende dare un messaggio potente”.

Quale?

“Che a scuola un’intera comunità sta bene se si condividono esperienze, pensieri, sogni e soprattutto se non si ha paura di condividere grandi idee. In pratica i docenti racconteranno una storia, esporranno un’idea che vale la pena condividere. L’obiettivo finale è duplice: da un lato quello di lasciarsi ispirare dagli altri insegnanti. Ogni insegnante ha un’idea di scuola che vale la pena di essere condivisa. Dall’altra parte i collegi docenti secondo me meritano di diventare essi stessi dei laboratori di condivisione. La scelta del Tedx è stata mia e sono fermamente convinto che sia una grande sfida. Nel condividere un’idea di scuola, si costruisce una comunità dove al centro ci sono le persone e i loro valori, rispetto a fredde delibere burocratiche che lasciano poco a o nulla”.

In una fase difficile per l’economia e per il sociale del nostro Paese, molti guardano al PIL. La vostra scuola invece misura il FIL, la felicità interna lorda. Di che si tratta?

“Noi siamo una scuola che non solo fa cose diverse dal solito, la nostra scuola ha come priorità il benessere di un’intera comunità e che misura il FIL, ovvero la felicità interna lorda. E visto che abbiamo all’interno della nostra scuola una pedagogista, che è una docente a part-time a tempo indeterminato, la maestra Anna Abbate, che fa parte tra l’altro del Movimento di Cooperazione educativa, e visto anche che misuriamo il benessere scolastico con i testi QBS (i questionari sul benessere scolastico sono uno strumento che permette difornire un quadro sul livello di benessere scolastico di bambini e ragazzi tra gli 8 e i 13 anni, ndr) aggiungo che non è dunque una cosa naïf che ci siamo inventati”.

L’esperienza dei Tedx viene da lontano, da voi com’è nata?

“Da noi il Tedx è nato in maniera naturale poiché qui stiamo così bene che ci possiamo permettere il lusso di divertirci. Auspico che in tutti i collegi venga messo al centro il pensiero divergente di ogni insegnante. Ogni insegnante ha secondo me un’idea di scuola che merita di essere condivisa. Magari quell’idea è un’idea che non piace a tutti, però nel condividerla, assieme alle proprie emozioni, si è più umani. Si viene a scuola perché si hanno delle motivazioni forti. E sapere che condividi un cammino di valori di scuola ti permette di impattare meglio sugli studenti. E non è un caso che le parole chiave dei nostri Tedx siano creatività, felicità cuore, errore, (benvenuto signor errore!), insegnare”.

Valori forti

“Questi talk hanno valori forti. Sono quelli che alimentano la nostra professione ogni giorno”.

Senta, ma come hanno presa i docenti questa sua idea?

“I docenti l’hanno presa benissimo. Molti si sono messi in gioco. Fin da settembre hanno avuto dei coach. Proprie ieri l’altro, e in maniera del tutto volontaria, si sono riuniti. Erano emozionatissimi. L’hanno presa con serietà e con la giusta dose di divertimento, come si affronta una prima a teatro”.

Quale ricaduta sugli apprendimenti potrà avere questa esperienza?

“A volte chiediamo ai nostri studenti di presentare un progetto oppure di fare un buon esame, alla fine del primo ciclo. Non ci rendiamo conto delle ansie, delle paure e dell’adrenalina che questo scatena. Quindi loro in questi mesi di preparazione dei Tedx si sono immedesimati negli stessi ragazzi e molti di loro mi hanno detto: questa è una metodologia che porteremo in classe. E soprattutto, una docente mi ha detto: mi sono resa conto del fatto che l’ansia da prestazione dev’essere subordinata all’obiettivo di condividere le proprie idee. Noi chiediamo ai nostri ragazzi di fare squadra e poi non stessi non siamo in grado di farlo?”

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