Il caso di Eleonora Abbagnato: “A Parigi mi chiamavano la piccola mafiosa”. Selvaggia Lucarelli: “Sconcertante messaggio”

Lavoro, allenamento, perseveranza. Ma anche frasi che stridono con le storie di sofferenza delle Farfalle della ginnastica ritmica. È il docufilm di Irish Braschi dedicato a Eleonora Abbagnato, in onda su Rai3.
Dalle prime mosse a Palermo alla scuola dell’Opéra di Parigi, il film ripercorre la carriera della étoile, non tralasciando le difficoltà iniziali. “Le madri delle altre danzatrici mi chiamavano la petite mafieuse”, racconta Abbagnato, ammettendo: “Mi comportavo un po’ male con le altre.”
La conferma arriva dalla prima maestra di danza a Palermo: “Eleonora era il terrore delle altre bambine, perché lei doveva già essere la prima. La consideravano quasi una “boss”, manovrava le compagne e le convinceva ad abbandonare il corso.”
Un racconto che ha fatto storcere il naso a Selvaggia Lucarelli. La giornalista ha pubblicato su Instagram un video con le parole della maestra, commentando: “Vedere l’ex maestra sorridere mentre racconta come ‘uccideva’ i sogni delle altre bambine è sconcertante.”
Lucarelli sottolinea l’importanza di non minimizzare i soprusi in ambienti competitivi come la danza classica. “Gli adulti dovrebbero aiutare i bambini a riconoscere atteggiamenti vessatori e parlare pubblicamente dell’importanza di non metterli mai in atto soprattutto in settori altamente competitivi come la danza classica, la ginnastica artistica e così via”, scrive.
La giornalista critica anche l’uso del termine “boss”, che rimanda alle accuse di mafia subite da Abbagnato a Parigi. “Un’occasione persa per celebrare una stella della danza senza minimizzare le angherie che in un sistema competitivo possono fare molto male”, conclude Lucarelli.