Il caso dell’istituto di Udine dove i docenti di sostegno (37) sono di più di quelli di italiano (15): “Abbiamo il 20% di alunni con disabilità. Il nostro corpo insegnante è il migliore”

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All’Istituto Stringher di Udine si registra un dato significativo: i docenti di sostegno (37) sono più del doppio rispetto ai professori di italiano (15). La ragione? Un’altissima percentuale di studenti con bisogni educativi speciali: 77 con disabilità certificata (legge 104), 114 con DSA e 24 BES, per un totale di 215 su circa 1000 studenti.

Nonostante le difficoltà, il preside Ciro Ciotola, in un’intervista a Il Gazzettino, sottolinea l’impegno della scuola per l’inclusione, definendo il corpo docente “il migliore” in questo ambito. Tuttavia, la situazione richiede un grande sforzo da parte di tutti.

La complessità burocratica rappresenta un ostacolo non indifferente. Speranza Spaziante, referente per l’inclusione, spiega che l’assegnazione delle ore di sostegno può richiedere tempi lunghi, soprattutto per gli studenti arrivati in corso d’anno o con certificazioni presentate dopo le iscrizioni.

La scuola richiede quindi un potenziamento delle ore dedicate all’organizzazione e alla gestione dell’inclusione. La mole di lavoro per coordinare i docenti di sostegno e gestire le esigenze degli studenti è elevata e richiede tempo ed energie: “Se devo gestire situazioni urgenti in un orario in cui dovrei essere in classe ad aiutare i miei alunni, non posso farlo. Nella nostra scuola molti ragazzi hanno necessità di un farmaco salvavita e il farmaco salvavita non attende me che devo fare una verifica di quinta – esemplifica Spaziante -. Va fatto subito e la prima persona che viene contattata sono io”.

Quindi, “le ore di potenziamento ci aiuterebbero moltissimo, per avere una figura presente nell’ufficio dell’area inclusione, a cui ci si può sempre rivolgere durante la mattinata. Adesso, invece, siamo in affanno. Se non tutta la cattedra, sarebbe utile che una buona parte delle mie ore fossero destinate all’inclusione”.

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