Il caso dell’inno di Mameli modificato. I docenti cambiano la frase ‘Siam pronti alla morte’ con ‘Siamo pronti alla vita”. Fratelli d’Italia all’attacco: “Sacrilegio”

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Una bufera si è scatenata attorno un istituto scolastico di Merate dopo la scoperta che, durante le celebrazioni del 24 aprile per la Liberazione, gli studenti avrebbero cantato una versione modificata dell’Inno di Mameli, con la frase “siam pronti alla morte” sostituita da “siamo pronti alla vita”.

Come segnala la stampa locale, la scoperta, fatta dal consigliere regionale Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia), ha scatenato immediate proteste, definite “sacrilegio” dallo stesso consigliere, che ha informato il sottosegretario all’istruzione Paola Frassinetti.

I professori dell’Istituto hanno replicato spiegando che la versione modificata è in uso da anni, riprendendo quella cantata dal Piccolo Coro di Milano per l’inaurazione di EXPO 2015, e che fino ad ora nessuno aveva sollevato obiezioni. La modifica, hanno precisato, non ha alcuna connotazione politica e non intende modificare l’Inno nazionale, ma vuole trasmettere un messaggio educativo universale di impegno sociale, civico e speranza nel futuro.

Nonostante le spiegazioni, la vicenda ha creato divisioni nella comunità scolastica e territoriale, minando la serenità e il clima di condivisione che da sempre caratterizzano l’Istituto. Per questo motivo, i docenti hanno scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendo che la sua saggezza possa fare luce sulla legittimità delle scelte educative della scuola.

La palla passa ora al Capo dello Stato, a cui spetta l’ultima parola su questa vicenda che ha acceso il dibattito sul confine tra libertà di espressione e rispetto per i simboli nazionali.

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