Il caso della ragazza di 23 anni direttrice di un ufficio postale: “Il lavoro c’è, eccome. Non fate lavoretti a caso, tanto per sbarcare il lunario”
“Il lavoro c’è, eccome. Bisogna solo avere la forza di inseguire i propri obiettivi e cogliere le opportunità”. A dirlo non è un navigato imprenditore, ma una giovane donna di soli 23 anni, neo direttrice di un ufficio postale in Veneto, probabilmente tra le più giovani d’Italia.
La sua storia, raccontata dal Corriere della Sera, è un inno alla determinazione: un diploma all’Istituto Tecnico Commerciale e poi subito a lavoro.
“Non fate lavoretti a caso, tanto per sbarcare il lunario”, è il suo consiglio ai coetanei. Un messaggio forte, che invita a non accontentarsi di impieghi precari e a puntare in alto. Ma la realtà del mondo del lavoro, spesso precaria e mal retribuita, sembra scontrarsi con questa visione ottimistica.
Lo dimostra il caso, riportato sempre oggi, di un’insegnante che ogni giorno valuta di lasciare la scuola per un lavoro in fabbrica, allettata da uno stipendio più alto. Una storia che mette in luce le difficoltà di chi, pur avendo un lavoro stabile, si trova a fare i conti con stipendi inadeguati e scarse prospettive di crescita.
Il posto fisso, dunque, è ancora un valore? O la precarietà economica sta spingendo anche i più giovani a rivedere le proprie priorità, mettendo in secondo piano la stabilità a favore di un guadagno immediato? La ricetta per il successo, probabilmente, sta nel trovare un equilibrio tra ambizione personale e realismo, senza dimenticare che il valore del lavoro non si misura solo in termini economici.