Il caso del bimbo di 4 anni costretto a mangiare in mensa solo due fette di pane. La mamma: “Negata la pasta in bianco”

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A soli 4 anni, un bambino che frequenta la scuola materna mangia solo due fette di pane durante il pasto in mensa. I genitori, preoccupati per l’inappetenza del figlio, si sono rivolti a due pediatri per risolvere la situazione.

“Nostro figlio, come certificato dai pediatri, è inappetente e per questo a mensa si limita a due fette di pane. Non riesce a mangiare la pasta con il sugo”, spiegano.

La richiesta dei genitori è semplice: una dieta in bianco per il bambino. “L’abbiamo richiesta, ma purtroppo sembra proprio non sia possibile”, affermano. I due certificati medici che attestano l’inappetenza del bambino risalgono a marzo, e un terzo verrà inviato dall’avvocato della famiglia nelle prossime ore.

“Li abbiamo inviati al Comune e alla dirigente scolastica. Viene prescritto una dieta in bianco”, continuano i genitori. “Siamo stati convocati in Comune, dove ci è stato detto che quella di mio figlio non sarebbe una patologia. Sembrerebbe non vogliano sconvolgere il menù per un bambino. Eppure per celiaci e bambini con altre patologie si interviene.”

I genitori intendono inviare un terzo certificato medico per risolvere la situazione. “Nostro figlio è da settembre scorso che mangia appena due fette di pane e non è giusto, anche perché la mensa la paghiamo regolarmente.”

Come segnala il Corriere Adriatico, l’amministrazione comunale ha incontrato i genitori, dimostrando “massima disponibilità e comprensione”. Tuttavia, secondo le loro dichiarazioni, “la mensa garantisce sempre le sostituzioni ai pasti in quei casi in cui i documenti ne certificano la necessità. Abbiamo una commissione mensa, di cui fa parte anche la nutrizionista dell’azienda sanitaria, che segue con grande attenzione i menù.”

Il Comune si attiene alle linee guida tecnico-operative specifiche per le diete speciali ricevute dall’azienda sanitaria, in base alle quali possono essere distribuiti pasti diversi rispetto a quelli previsti nel menù, nel caso di bambini che presentano specifico certificato medico o nel caso di specifiche esigenze culturali.

“Dopo l’incontro di pochi giorni fa pensavo la situazione fosse compresa e che sarebbe arrivata a breve la documentazione corretta. Il personale si sarebbe subito organizzato. La richiesta espressa in modo generico non poteva purtroppo essere accolta”, ha concluso il vice sindaco.

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