Il 90% degli studenti ha lacune in geografia. L’appello di Morri: “Situazione molto grave. Pochi docenti, aumentare le ore e utilizzare le nuove tecnologie”
L’analfabetismo geografico in Italia è un problema serio, denunciato da Riccardo Morri, presidente dell’Associazione Nazionale Italiana Insegnanti di Geografia, in un’intervista a Orizzonte Scuola nel 2023. Le ore dedicate a questa materia sono pochissime, i docenti specializzati scarseggiano e la formazione universitaria risulta inadeguata.
Le conseguenze? Studenti che non sanno orientarsi, non comprendono le interconnessioni globali e non sono in grado di leggere criticamente il territorio. Una lacuna grave, soprattutto in un mondo globalizzato dove le sfide ambientali, migratorie e geopolitiche richiedono una conoscenza geografica solida.
La scuola primaria rappresenta un’eccezione positiva, con un buon lavoro di apprendimento delle competenze spaziali e temporali. Tuttavia, queste competenze non vengono valorizzate negli anni successivi, dove l’insegnamento si concentra su nozioni mnemoniche e descrittive, trascurando l’analisi critica e l’utilizzo di strumenti moderni come le carte geografiche.
Il paradosso è che la geografia è una materia fondamentale per comprendere il mondo contemporaneo. Lo studio dei flussi migratori, dello sviluppo sostenibile, dei cambiamenti climatici e delle relazioni geopolitiche richiede una base geografica solida. Eppure, la geografia viene spesso marginalizzata nel curriculum scolastico.
La “Notte Internazionale della Geografia” rappresenta un momento importante per sensibilizzare il pubblico sull’importanza di questa materia. Tuttavia, serve un impegno costante da parte delle istituzioni per promuovere una cultura geografica diffusa.
Il metaverso può essere un nuovo strumento per l’insegnamento della geografia, offrendo la possibilità di esplorare virtualmente i territori e di comprendere le loro caratteristiche. Tuttavia, è fondamentale che l’utilizzo di questa tecnologia sia accompagnato da un approccio didattico rigoroso e critico.
Le conclusioni di Morri sono chiare: la geografia non può essere considerata una materia di serie B. È necessario investire nella sua formazione e valorizzare il suo ruolo fondamentale per la comprensione del mondo in cui viviamo.