Idonei concorso 2023, il 27 settembre nuova protesta. Un docente: “Se i precari incrociassero le braccia l’intero sistema crollerebbe. Mi chiedo se non mi convenga cercare un altro lavoro”

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Luigi, un docente di lettere di 33 anni, ha superato il concorso Pnrr 2023 per la scuola secondaria, ma non è stato assunto a causa delle quote delle riserve. “Sono stato escluso dalle graduatorie, nonostante abbia preso 94 allo scritto e 90 all’orale”, racconta a La Repubblica. “È un sistema che si regge sui precari, se tutti noi incrociassimo le braccia, la scuola si paralizzerebbe”.

La storia di Luigi è solo una delle tante di docenti precari che lottano per ottenere un posto di lavoro stabile. “Sono stanco morto”, ammette Alex, un insegnante di storia dell’arte di 54 anni. “Ho studiato per mesi fino all’orale di quest’estate, ma non sono stato assunto”.

I docenti precari sono costretti a lavorare di anno in anno, senza certezze, e sono spesso trattati come numeri, non come persone. “È un sistema che non ti permette di fare progetti, di mettere su famiglia”, racconta Luigi. “Sono stato costretto a lasciare la scuola a Santa Croce sull’Arno, in provincia di Pisa, dove avevo insegnato per cinque anni, per andare a lavorare in un’altra scuola ad appena cinque chilometri di distanza”.

I docenti precari stanno lottando per ottenere un posto di lavoro stabile e per essere trattati con dignità. “Vogliamo essere trattati come persone, non come numeri”, racconta Luigi. “Vogliamo avere la possibilità di fare progetti, di mettere su famiglia, di avere un futuro”.

La mobilitazione del 27 settembre, lanciata dal Gruppo operativo di docenti esclusi, è solo l’inizio di una lunga lotta per ottenere giustizia e dignità per i docenti precari. “Siamo stanchi di essere trattati come numeri, non come persone”, racconta Luigi. “Vogliamo essere trattati con dignità e rispetto”.

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